lunedì 17 marzo 2014

CERERE / DEMETRA






Come dice Orazio:(18)

"Di messi e greggi fertile la terra
serti di spiche a Cerere offerisca"


O come dice Tibullo  (Libro I - 19)

- O bionda Cerere, ti sia consacrata una corona di spighe dalla nostra
campagna, che penda davanti alle porte di un tempio,
e nei frutteti sia posto un Priapo, rosso custode,
perché spaventi gli uccelli con la sua crudele falce.

O come dice Omero (o chi per lui) nell'Inno a Demetra

"Felice chi possiede, fra gli
uomini,la visione di questi
Mysteria; chi non è iniziato ai
santi riti non avrà lo stesso
destino quando soggiornerà, da
morto, nelle umide tenebre"

Insomma si tratta di iniziazione, ma iniziazione a cosa? La nostra mente corre subito alla fine: "E vissero felici e contenti per tutta la vita"

Non diciamo: "Fu l'inizio di una nuova vita" perchè vorremmo sapere subito che razza di vita fu, e di nuovo corriamo alla fine. Invece qui siamo all'inizio, ovvero all'Iniziazione, di cosa?

Della vita, ma della vera vita, perchè sappiatelo, quella che viviamo nell'ordinario non è la vera vita.
Quella vita, quella vera, la vedono solo gli iniziati, che non solo hanno un destino diverso dopo la morte ma anche da vivi campano meglio, perchè vivono una vita finalmente vera.



INIZIAZIONE

- Madre Cerere, Dea dei campi coltivati, nutrice dei viventi,
cantammo il tenero germoglio di grano in primavera,
donammo pani dorati agli uomini e spighe sui capelli alle donne.
Il pane per la mensa dei mortali,
la spiga per la treccia delle chiome,
nodo d’incantesimo tra messi e donna.

Ti cantammo sotto al tiepido sole come Flora,
danzando nude con ghirlande di fiori in boccio,
in autunno corremmo alle prime nebbie
con la cornucopia tra le braccia,
carica di frutti e foglie, per onorare Pomona.

Vergine Diana, intessemmo ghirlande in tuo nome
e ornammo corpi e chiome.

Ninfe della terra e di rivi, alberi, rocce, grotte e mare,
fummo Driadi, Amadriadi, Oreadi, Sirene, Nereidi e Oceanine.
Fummo il tuo eterno corteo sulla terra selvaggia e nel mare,
alla luna avevamo riflessi d’argento, nei capelli e negli occhi.

Ma come Cerere Forcidia tu fosti Tellus, la Terra,
Madre dei Sacri Misteri, di ciò che vive e perisce,
perché il seme muore nel tuo buio grembo e rinasce in primavera,
come in cielo così in terra, e così nel buio dell’Ade.

Sotto le stelle fummo luna terrena che rischiara le tenebre.
Figlie della luna, fummo “Sorelle Lune”, scrutatrici d’oltretomba,
accompagnatrici delle anime smarrite alla porta dell’Ade,
che già varcammo indenni.

Figlie della Terra camminammo a ritroso nel tempo,
e c’inoltrammo nel buio silente delle grotte
fino a svelare il Mistero delle Origini, 
per cui fummo dette “La Sorellanza delle Radici”. -



LA SORELLANZA DELLE RADICI

Ci sono segreti che solo le donne possono svelare, ma ci sono donne e donne.

Mia nonna diceva: "La donna si danna per nascondere il danno", e aveva ragione perchè il danno è avvenuto, e perchè le donne faticano a vederlo. Le donne sono creature senza radici, perchè il maschio le ha sradicate.

CERES
Il maschio ha tolto ogni diritto alle donne, e ha fatto loro credere di essere lui quello coraggioso, giusto e forte, e che il mondo che lui aveva creato fosse quello che occorreva.

Le donne ci credono e si avviliscono, sentono dentro di loro il richiamo della luna, della foresta, della magia, della Dea e della Madre Terra, ma cercano di zittirlo, perchè loro sono illogiche e sbagliate.

Così chiudono la loro anima e rinunciano alle radici, diventando schiave degli uomini.

Le donne sanno che L'UNICO SACERDOZIO POSSIBILE E' QUELLO FEMMINILE, PERCHE' SOLO LE DONNE POSSONO METTERSI IN CONTATTO CON LA MADRE TERRA, E QUINDI CON L'INVISIBILE MONDO, I MASCHI NON POSSONO PERCHE' SANNO METTERSI IN CONTATTO SOLO COL CIELO, CHE POI E' LA LORO MENTE.

La mente degli uomini detta solo doveri e regole, l'istinto delle donne porta conoscenza e gioia di vivere.
TUTTO QUESTO LE DONNE LO SANNO MA NON SELO DICONO, SCHIAVE ORMAI DELLA MENTE MASCHILE.

Qualcuna però si risveglia e inizia a seguire il canto del suo mondo interiore, intravede una luce e ne segue la scia.

E' un percorso all'inverso, per trovare se stessa deve camminare all'indietro, nel tempo e nei tempi, nella sua vita e nelle vite degli altri.

Infine capisce chi è Cerere Demetra, e scopre che la Dea è viva, che di morto sulla Terra c'è solo la grande Mente dei maschi e delle donne che ci si sono appese, ma la Dama del Lago fu donna e non fu un travestito.

Per iniziarsi non bastano i riti e le favole, occorre riuscire a guardare dentro di sè, nelle tenebre personali, per poi guardare in quelle collettive. Per guardare le tenebre non servono gli occhi nè la mente, ma serve l'istinto, ma l'istinto del profondo.

Occorre il coraggio di mettere in dubbio tutto ciò che sappiamo, non come si fanno le uova strapazzate ma cosa accade nell'inconoscibile. Per la scienza è possibile verificare in laboratorio, ma nell'inconoscibile?

Ad esempio:

1) Esiste Dio?
2) Non lo so.
1) Se non esiste Dio questo mondo chi l'ha creato?
2) Se dici che è stato creato hai già invocato uno schema.
1) Ma se nessuno l'ha creato allora che si è creato da solo?
2) Di nuovo lo schema del creato? Ritorna al "non lo so" dell'inizio, era un buon punto di partenza.
1) Ma così allora io non so niente.
2) Appunto, e questo è un buon punto di partenza.

Per i fedeli Cerere Demetra era la Dea che aveva piantato le messi e insegnato agli uomini l'agricoltura, lei insegnava e lei proteggeva.

Ma nei Sacri Misteri lei era la Madre Terra, lei insegnava perchè lei sapeva e tutto ciò che poteva essere appreso era in lei.
A lei si rivolgevano gli uomini saggi, e sapevano di camminare sul suo corpo ed essere suoi figli, nati da lei e allattati da lei.
Al suo confronto i genitori umani svanivano.

Ma questo non piacque al mondo dei maschi, dove essere onorati e temuti come genitori serviva a rifarsi dell'aver onorato e temuto i propri genitori, in una catena ininterrotta di sottomissione che era la base di ogni potere sulla Terra.

Nel mondo delle femmine Cerere era la Madre molto amata e onorata, ma una madre che incitava ad andare, a staccarsi da lei, a non accettare il potere perchè la morte era sempre presente a rammentare: "Chi ti credi di essere? Tanto muori" Questo terrorizzava gli uomini e faceva sorridere le donne. L'unico potere che contava era quello interiore, quello esteriore era solo illusione.

Cerere era Colei che è, che è sempre stata e sempre sarà, e nessun uomo aveva mai sollevato il suo velo.
Nessun uomo, ma qualche donna si, la Dama del Lago non era un maschio, e Cerere, come la Terra (ovvero il cosmo) non fu creata ma è sempre stata e sempre sarà. Questo è l'inizio della conoscenza. Questa era l'Iniziazione di Cerere.
NON DA PENSARE MA DA SCOPRIRE.



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