giovedì 7 febbraio 2013

LE STREGHE - I



PROSERPINA ESCE DAGLI INFERI


Sacra Bibbia - Esodo 22

18 - NON LASCERAI VIVERE LA STREGA

(tradotto successivamente in - Non lascerai vivere gli stregoni. - così sembra meno misogino. Gli ebrei sono misogini? Ma va'?)
                              
Il Cristianesimo condusse una feroce battaglia contro i culti pagani, per il principio che qualsiasi culto non rivolto all'unico Dio è inequivocabilmente diabolico. Ciò spiega la demonizzazione delle donne longobarde a Benevento, come streghe che hanno fatto un patto col demonio, i riti orgiastici, il bacio sui glutei del diavolo e il portare infertilità alle donne se non infanticidi.

Le leggende cristiane e antipagane dei primi secoli d.c. trovarono conferma nelle menti ormai malate. Quando una religione è di testa e non tiene conto del cuore e dell'istinto, si devia in manie persecutorie e paranoia, come dimostra ampiamente la psichiatria.
Nel medioevo si moltiplicarono le storie stregonesche e il popolo ormai offuscato vide streghe dappertutto con la complicità dei vari preti.



I ROGHI

Nel 1428 una sventurata chiamata Matteuccia da Todi, venne processata per stregoneria: 

LA MAGA
"Su di lei gravavano ben trenta capi di imputazione, riconducibili, secondo il tribunale laico che la giudicò, ad un unico comun denominatore: la stregoneria. Il processo di Todi, avvenuto nel 1428, sancisce l’introduzione nell’immaginario collettivo del protipo della strega. Arrestata e sottoposta a processo perché reputata, per “pubblica fama”, donna di cattiva condotta e reputazione, pubblica incantatrice, fattucchiera, strega (qui il termine è usato per la prima volta in un processo) e maliarda, Matteuccia è la strega per antonomasia. E’ definita incantatrix perché guarisce ricorrendo a numerosi carmina accompagnati da gesti. E’anche fatuchiaria e maliaria, perciò sa togliere fatture e malie. E’ una domina herbarum e una taumaturga, cioè sa curare le malattie del corpo, del capo e di altre membra in presenza del paziente o di un oggetto che gli appartiene. A lei si rivolgono donne che vogliono interrompere una gravidanza. Tuttavia la sua specializzazione sono i “problemi relazionali”. Con rimedi di magia erotica insegna alle donne sue clienti come farsi amare dai mariti che le trascurano, che sono aggressivi o le picchiano. All’epoca del suo processo Matteuccia è famosa e potente. I suoi clienti arrivano anche da lontano e sono tanti".

Si parlò così delle riunioni stregoniche che si svolgevano sotto un albero di noce, che si credette fosse l'albero che doveva essere stato abbattuto da san Barbato (santo non identificato), forse risorto per opera del demonio. 
Il noce, per alcuni uno preciso e malefico, per altri vari noci sparsi ovunque era il riferimento dei sabba stregonici. Qui le streghe, donne insospettabili di giorno, di notte si ungevano con un unguento e volavano su una scopa di saggina o in groppa ad un «castrato negro» voltandogli le spalle. Si credeva che si lanciassero da un ponte preciso chiamato pertanto "ponte delle janare".

Ai sabba, sotto il noce, le streghe eseguivano i cosiddetti giochi di Diana. Le malefiche streghe causavano aborti, deformità nei neonati, che fossero la causa di un senso di oppressione al petto, o causa di polluzioni notturne, o che rapissero i neonati dalle culle per passarseli tra loro, gettandoli sul fuoco, e terminato il gioco li riportassero lì dove li avevano presi.

Le janare entravano in casa passando sotto la porta ( ianua), per cui si lasciava una scopa o del sale sull'uscio: la strega avrebbe dovuto contare tutti i fili della scopa o i grani di sale prima di entrare, così giunto il giorno doveva fuggire.
Se si era perseguitati da una janara, le si urlava contro «Vieni domani a prendere il sale!»; se si nominavano le janare in un discorso, si scongiurava il malaugurio dicendo «Oggi è sabato».

Le persecuzioni delle streghe iniziarono con le prediche di San Bernardino da Siena, che predicò contro di esse nel XV sec., soprattutto contro quelle di Benevento, incitando il popolo a sterminarle pena grandi sventure per la collera divina. Lo stesso San Bernardino subì un processo per eresia, ma poi si riabilitò perseguitando le streghe e la Chiesa lo fece santo.

Nel 1486 uscì poi il Malleus Maleficarum, che spiegava come riconoscere le streghe, in modo incongruo, criminale ossessivo e paranoico. come processarle ed interrogarle con le più feroci torture. Naturalmente tutte confessarono tutto ciò che si voleva confessassero, finendo sul rogo, squartate, decapitate quando andava bene ecc.

Ma tutto ciò cosa ha che vedere col matriarcato?
Ora lo spieghiamo.



LE JANARE

Tavola smeraldina:
Sale dalla terra al cielo e ridiscende sulla terra per formare il miracolo di una cosa sola. -

Le janare derivavano il loro nome da Jana, ovvero Diana. Janare erano chiamate le sacerdotesse di Diana, la Dea venerata non tanto a Roma quanto nelle campagne. Il suo culto durò circa 1000 anni d.c., quando il suo culto ufficiale non esisteva più da nessuna parte. 
Naturalmente le donne le veneravano ancora in segreto, perchè ufficialmente la popolazione si convertì tutta al cristianesimo per evitare le ritorsioni cristiane feroci fino alla morte delle persone. Un po' come la Dea Allatu fu venerata nel segreto per quasi un millennio dopo l'abolizione di Maometto. Sembra a Benevento fossero ancora vivi i culti delle dee Iside, Diana ed Ecate, di cui restano tracce dei relativi culti e santuari in città, ma soprattutto resistette in tutto il suolo italico il culto di Diana.

- Il fato rappresenta per i Germani sempre una potenza femminile. - scrive Martin Nink - L’utero della Madre primordiale genera ogni cosa. Le Norne tengono in mano gli eventi, fabbricano il filo, lo staccano e determinano il futuro. Qualcosa delle Norne agisce nelle donne: ognuna può divenire, in quanto luogo del concepimento, della crescita, della maturazione e della nascita, voce della Madre primordiale. La donna è capace, più dell’uomo, di prevedere l’andamento degli eventi e di fornire consigli che armonizzano l’agire umano col destino. Di qui la sua inviolabilità, la sua santità sacerdotale, attestata tra i Cimbri. E’ superfluo in questa sede ripetere le parole di Pacito, sul carattere “santo” e “provvido” delle donne germaniche. Al nord tale stato di cose è rimasto invariato, sino a quando il Cristianesimo iniziò a perseguitare le veggenti come streghe. -


Cristiana intransigenza:

Nel libro del “Funesto demiurgo”, E.M.Cioran: 

- E' l’epoca in cui si odia di più. Il merito spetta ai cristiani, febbrili, intrattabili, immediatamente esperti nell’arte di detestare, quando i pagani ormai non sapevano più maneggiare altro che il disprezzo. L’aggressività è un aspetto molto comune agli uomini e agli dei nuovi.
Se un mostro d’amenità, ignorando il livore, volesse apprenderla, o sapere almeno ciò che essa valga, la cosa più semplice sarebbe per lui leggere qualche autore ecclesiastico, cominciando con Tertulliano, il più brillante di tutti, e finendo per esempio con S.Gregorio Nazianzeno, astioso, e ciò nonostante insipido, il cui discorso contro Giuliano l’Apostata fa venir voglia di convertirsi immediatamente al paganesimo. 
All’imperatore non è riconosciuta alcuna qualità, con non dissimulata soddisfazione, si contesta la sua morte eroica nella guerra contro i Persiani… Quando Tertulliano, sardonico e tremebondo, descrive il Giudizio Finale, “il più grande di tutti gli spettacoli” come lo chiama, immagina le grandi risate che si farà, nel contemplare tanti monarchi e tanti dei “che gemono orribilmente nel più profondo dell’abisso”. Una simile insistenza nel ricordare ai pagani che erano tutti dannati, loro e i loro idoli, aveva di che esasperare anche le menti più tolleranti. Fatta di libelli camuffati da trattati, l'apologetica cristiana rappresenta il vertice del genere bilioso. -

(La Diana di Pompei ha sui capelli il quarto lunare e infila la freccia nell’arco in un cielo azzurro, mentre il manto arrotolato alla spalla si gonfia alla brezza come una vela. Non ha ambizioni a farsi servire, non vuole schiavi prostrati ai suoi piedi, perchè lei è, e non ha bisogno che qualcuno glielo riconosca. Nel quadro accanto una menade danza agitando veli e tirso gialli come una torcia, su uno sfondo d'ebano, e i nastri del bastone s’intrecciano come serpenti. La magia è tornata, uno stordimento leggero. Le anime si sciolgono e fluttuano come giunchi nella palude).

I libri sì accumulano stratificando notizie su notizie, antiche e moderne, la mente è curiosa, ma l'anima dice: Niente di nuovo. Così nulla cambia e le donne si sforzano di farsi piacere la loro vita che di certo migliorerà coll'amore, col figlio, col nuovo lavoro e così via, ma tutto alla lunga torna uguale. Finchè qualcuna percepisce un bibiglio, tra il sonno e la veglia: "Donne, ricordate chi foste..."


Le Sacerdotesse

- Fummo sacerdotesse di Nortia in Etruria, divinità del fato e della sorte.
Gli uomini ci chiedevano sulla pace e sulla guerra, sui genitori e sui figli, sulla vita e sulla morte.
E noi ogni anno infiggevamo un chiodo nel muro del tempio al nuovo anno.
Così scandimmo lo scorrere del tempo nel mondo visibile mentre la necropoli si empiva di morti.
Morte e rinascita erano sotto la sua egida, e il volgere delle stagioni.
Come foglie morte gli uomini cadono dall'albero della vita per risorgere alla nuova primavera.
Noi fummo le ancelle del passaggio, per questo ci chiamarono "Le guardiane della Porta".  -

AFRODITE ERICINA
- Sul Monte Erice in Sicilia custodimmo i cinque cani consacrati alla Dea Afrodite, madre di bellezza, amore, sofferenza e fecondità.
Fummo cagne noi stesse, dal fine olfatto che snida le larve e la paura degli uomini. Per questo ci chiamarono "Mistero".

- Fedeli agli uomini li seguimmo fino alla morte, fedeli alla Dea non avevamo padroni se non la morte stessa. Per questo ci chiamarono "Le Custodi"
.
- Accanto all'Etna Afrodite fu Iblea, e come Dea del vulcano fu Etna stessa, e i cani la sua immagine, come custode dell'Oltretomba e del Grande Arcano. Per questo ci chiamarono "Le Ctonie".

- Fummo le prostitute della Dea e offrimmo il corpo agli uomini, che per questo ci chiamarono "Sante".

- Nella festa di Erice liberavamo verso la Libia le colombe bianche che ci rappresentavano e la colomba rossa, simbolo della Dea, che si lanciavano sul mare tornando sempre dopo nove giorni. Traversando le acque profonde tornavamo vergini e pure, per rituffarci nell'accoppiamento sacro che ridà la vita a uomini, animali e piante. Per questo ci chiamarono le "Ierodule sacre"

Ora ad Erice il culto della Dea è scomparso, sostituito da un tempio della Vergine Maria. Ma la Vergine non si accoppia più e la terra, come l'anima degli uomini, rimane infeconda.

- Nell’Europa orientale fummo sacerdotesse della Grande Dea Alata, Vila per alcuni e Samovila per altri, Dea dalla pelle di luna, dalle vesti splendenti e chiome dorate fino ai piedi.

- A volte si trasformava nel Gran Serpente, e gli uomini tremavano di paura, ma a noi insegnava la Magia.
Custodimmo le sacre abetaie, punendo i cacciatori che uccidevano gli animali del bosco, e la Dea ci insegnò le erbe, per cui fummo "Le guaritrici".

"Per il sacerdozio della Dea Alata facemmo un patto di sangue, per lei disegnammo cerchi magici in terra, con la scopa di saggina o col ramo di betulla, e per questo ci chiamarono "Streghe". -

Ma sempre streghe le vedono le donne?


Ninpholeptus

- Ecco l'origine della scopa e le streghe, da sacerdotesse a donne malefiche. Ninpholeptus è colui che delira posseduto dalle ninfe, e le ninfe sono portatrici del femminile-natura o femminile-palustre. L’esser posseduti è nefasto per i sogni dell’individualità, ma va incontro al sole che nasce dalle tenebre. -

Ma il sole nasce dall'alba non dalle tenebre....

- Ebbene, il sole bambino nasce in una grotta al solstizio d’inverno, quando la notte è più lunga e buia, e sembra che il sole non possa risorgere.  Invece rinasce, nell’occulta Iniziazione Femminile, che non dà illusioni, non dà potere, ma stende un velo d’amore sul mondo. -

Per il femminile profondo, tutti gli uomini sono uguali e i figli son figli di tutti, non c’è potere nè rassicurazione, eppure si è eterni, come parte del Tutto. Per questo le ierodule potevano rimanere vergini e prostituirsi, erano “ninpholeptae”, rapite dalla qualità di ninfe, della stessa sostanza della Madre Natura. Non per soldi o per ego, ma farsi possedere dalla Dea e donare in suo nome.

Ma le streghe? E' vero che usassero liquidi sessuali e mestruo e saliva... Virgilio è orripilato dall’ardore sessuale delle cavalle.... o da quello delle donne?
- E dal loro sesso distilla l’ippomane,
come lo chiamano i pastori, un veleno che goccia fuori,

L’ippomane che spesso le streghe raccolgono
per mescolarlo alle erbe, e fare incantesimi terribili
. -

L’ombra si fa più fitta, le terre si coprono di boscaglia, e s’intravede un Dio bellissimo, con gli occhi cupi come la notte e il cuore selvaggio come una fiera.

- Dove sei Vertumnio, o Sabazio, o Pelasgico, Dio Termine che convivevi colla Divina Pale, Dea dell’infinito, e colla Luna Diana nel bosco di Ariccia? Tu ponevi confini che distinguevano il mondo, e stabilivi il termine della vita. Eri un Dio naturale, canale agli spazi sconfinati della Luna celeste. Tu uccidevi, alla luce dell’astro notturno, i mostri dell’inconscio, attraverso la trasformazione mortale della consapevolezza. -

- Il femminile eterno, oscuro e lunare, s'incontra col Dio del termine e della morte, da quest'unione sorge la Natura Visibile, la Signora delle belve, che si eterna tramite nascita morte e rinascita. Solo chi è Nimpholetus può abbandonarsi all'orgiastica ebbrezza del passaggio tra i mondi.

- Ogni donna ha una belva, un mostro distruttivo e creativo che le ruggisce dentro.

- L’incontro col mostro è fondamentale per la ricostruzione del femminile perduto.

- Senza il femminile perduto non si fa magia.

- Talvolta, in una notte di luna, una donna guarda il pallido disco nel cielo oscuro, dove tremano stelle ed anime… ha la sensazione d’aver perso qualcosa, e la prende un'antica nostalgia, forse dell’infanzia… o di cinquemila anni fa… quando era una maga...

Torna il trono Ludovisi, antica scultura dove Persefone nuda e vittoriosa emerge dalle acque soccorsa da un paio di fanciulle che le porgono una veste. Ella è tornata dagli Inferi, il suo viaggio d’angoscia è terminato, e il nostro? 

Nell’ombra della camera trema un luccichio, un movimento sinuoso. Tra le squame s’accendono gli occhi di giada. Le donne s'addormentano e nel sogno parla il Serpente Sacro: 
Là, fra il Tigri e l’Eufrate, nel Paradiso Terrestre, la donna vinse, appropriandosi dell’energia del serpe primigenio, o energie del profondo, istinto della terra. 
La mente artefatta però avanza come Dio Padre senza compagna, che ricaccia e calpesta le acque e gli inferi. Per il Dio che vuole legge e non coscienza, Eva pecca e si perde. -



L'ENERGIA DEL SERPENTE PRIMIGENIO

IL RITO MAGICO
- Domanda: 
Perchè l'Antica Dea aveva per simbolo il serpente?
- Risposta
Perchè il serpente era il simbolo della terra.. e delle energie che l'avvolgono...
- Cioè? 
- La magia.
- Ma non è una cosa che appartiene alle favole?
- No, tutte le antiche civiltà sono vissute sulla magia, e non erano tutti decerebrati.
- E non è una truffa con tutti quei segni, frasi, disegni, invocazioni ecc.
- Si se fatta dai maschi. Paracelso andò nelle campagne a farsi insegnare la medicina e la magia dalle donne, ma non fu il solo, per tutto il medioevo e il rinascimento gli uomini si fecero dare istruzioni dalle donne su come fare magia.

E le donne cedettero i loro libri magici e i loro segreti, (tanto erano fasulli) naturalmente per soldi, e i maschi non fecero magia ma una bassa imitazione di quella che sfociò nell'ossessione e nel ridicolo.
Non sono i rituali che fanno la magia ma lo stato d'animo di chi la fa.
- Dunque anche oggi le donne potrebbero fare magia?
- Le donne oggi hanno divinizzato il maschile misconoscendo il femminile, come Atena, "sono tutte per il padre". 

Che dire della Ida Magli che scrive: - Il principio tellurico religioso è femminile, ma materiale e inferiore, mentre quello superiore, cosmico, si realizza con il principio della luce, che è maschile… la donna è la terra, ma la terra è una forza materiale, mentre l'uomo è il principio spirituale, per cui il diritto materno caratterizza uno stadio dell'umanità la cui concezione religiosa individua nella materia, ossia nella terra, la sede più certa della forza materiale. Il diritto della terra quindi è un diritto sanguinario e feroce che non conosce altra sanzione che la morte; esso caratterizza un'epoca triste, opprimente, selvaggia, l'epoca in cui l'aspetto delle Erinni, immagini femminili della morte, è quello di una schiera grondante di tanto sangue che esse stesse ne sono sazie...

- Questo pensano le donne e per questo il femminile e la magia sono a loro precluse..
"Se non mi immergo non muoio ma nemmeno vivo"
e invece le donne hanno un gran bisogno di morire, e di rinascere, come un tempo, ma per morire e rinascere occorre avere un'anima, e sapere di averla, cioè riconoscerla.



ANIMA ALATA

L’anima etrusca era femmina, Lasa alata che scortava il defunto nell’oltretomba, in Grecia era la Nike alata, in Babilonia Lilith, alata anch’essa; in Persia a tre giorni dalla morte compariva al defunto la “Daena”, divina fanciulla alata che accompagnava il pio mazdeo alla dimora dei beati.

Nella Chiesa cattolica diventa angelo, ma le tolgono il sesso. Non è bisessuale, non è gay, non è trans, sarà castrato? Ma i preti come hanno fatto a decidere che non ha sesso, gli hanno guardato nelle mutande? 
No hanno fatto un Concilio.
E durante il Concilio li hanno guardati nelle mutande?
Non si sa.

L’Anima Mundi degli esoteristi è l’intelligente anima del mondo umano, o, per Jung, l’inconscio collettivo, pertanto l’anima individuale dovrebbe ritrovare, in una via evolutiva, il contatto con l’anima propria prima e con quella universale poi. 
Perchè la Magia è connessa con l'Anima Universale. Presente e passato coesistono nel serbatoio umano della conoscenza, nel calderone della Dea Birghit, e nel profondo di noi, quando la mente si ricongiunge all’anima. Gli alchimisti sostengono sia possibile contattare queste energie universali, quelle che gli ebrei chiamano l’Adam Cadmon, o Adamo universale, rigorosamente maschio, perchè Eva è un optional.

Riaffiora il mondo delle donne antiche, dove un fiume aveva una ninfa e un albero un’amadriade, una tana uno gnomo, una località un’entità che la proteggeva: il genius loci. Tutto era vivo e animato. Mondo di fantasia, danza, musica, riso e pianto, dove la sessualità era rispettata come manifestazione di vita e i bambini erano figli di tutti, e i vecchi non venivano lasciati soli, perché avevano cose da raccontare.

Ora la poesia e l’incanto della vita sono spezzati. Cosa raccontano i vecchi? I rimpianti d’una vita che solo da giovani merita d’essere vissuta. Nessuna meraviglia che siano noiosi e li mettano all’ospizio, tutto il sacrificio che la Chiesa impone non può cambiare il rapporto. I genitori amorosi non li lascia nessuno, e ho visto vecchi che si faceva a gara ad accudire, perché avevano cose da dire, ma sono rari.

Ora per fare magia occorre ritrovare il mondo magico, quello di cui sopra, dove un fiume aveva una ninfa e un albero un’amadriade, una tana uno gnomo, una località un’entità che la proteggeva: il genius loci, dove tutto era vivo e animato. Ma non bisogna crederci, anzi non si può crederci, e non serve pensarlo, occorre scoprirlo. Perchè il momento in cui scopriamo l'anima ci accorgiamo che il mondo è animato, che non è ferddo e solitario come ce l'hanno descritto.


Coro delle Antenate:

IL RITO
Nel bosco sacro,
velato allo sguardo degli uomini,
c’è uno stagno nebbioso,
che porta al Mondo di Mezzo,
congiunzione tra presente e passato,
tra vita e morte. 

Lì viviamo in alveoli luminosi,
coperte dal velo nero dell’oblio,
custodi d’antichi templi e scrigni d'argento.
Il Drago ci lambisce con lingue di fuoco
e vibriamo come farfalle al sole,
finchè durerà il mondo
difenderà la nostra dimora.

Il nostro respiro è lieve,
i capelli sciolti come alghe nel mare,
gracchiamo come corvi e civette,
cantiamo come usignoli,
ruggiamo come belve.

Vi sfioriamo lievi nell’ora del dolore,
v’inebriamo nell’orgasmo
vi possediamo come demoni nella follia.
Venite a noi, figlie della Terra,
vi rapiremo come foglie al vento,
vi culleremo sull’altalena lunare, 

e vi racconteremo la storia
dell’Eterno Serpente,
dell’Antico Drago che arde nel buio,
dalle cui spire si rinnova in eterno
il ciclo delle Sorelle Maghe.



1 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao sono rimasta molto colpita da questo articolo perché mi sono veramente rivista in alcune cose: fin da piccola nelle notti serene mi metto a fissare la luna piena con immensa nostalgia di qualcosa...a volte da piccola osservavo il cielo della Sera e mi sentivo parte di un qualcosa,sentivo di essere parte di un tutto,sentivo e percepivo di essere collegata a persone del passato che non avevo mai visto eppure conoscevo...élite difficile da spiegare. il mio animale preferito élite la tigre per il fatto che ho sempre sentito di essere affine ad essa,come se dentro di me ci sia una tigre che spesso tengo in gabbia e quasi mai lascio libera. eppure la sento che mi chiama e che vuole essere liberata e so che non é altro che una parte della mia persona che ho assopito per troppo tempo. Ma la cosa che più mi ha diciamo inquietaTo élite quando parli dello stagno
ti giuro,non so come sia possibile,ma da molti anni ormai senza aver mai letto niente sul argomento,quando avevo momenti difficili,mi mettevo al letto,chiudeva gli occhi e vedevo un piccolo lago dove immaginavo di tuffarmi e notavo sempre più in profondità. mi sentivo serena e distaccata dal mondo reale. nuotando sempre giù ecco che risbucavo da un altra parte,in un mondo selvaggio dalla vegetazione preistorica dove mi sentivo serena.è una cosa che ho sempre immaginato da sola senza che mai nessuno me ne parlasse e in quei momenti mi sembrava reale. vorrei scriverti su Facebook,magari puoi dirmi qualcosa di più,per capire cosa fare per conoscere meglio me stessa

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