venerdì 31 maggio 2013

MISTERO DELLA SANTISSIMA TRINITA'



DEE CELTICHE


DA ARCADIA 93 http://www.arcadia93.org/dea.html">http://www.arcadia93.org/dea.html

"Come tutte le Dee anche Jana trifrons è mimetizzata nell'iconografia cristiana. 
Questo affresco della Madonna "Jana" si trova nell'abbazia San Pietro di Perugia incassato, quasi inghiottito, nel nuovo chiostro seicentesco .L' affresco più unico che raro, rappresenta la Trinità tricefala come rappresentazione della Trinità. 
L'affresco è di scuola giottesca o arnolfiana, considerata poi eretica tanto che fu vietata nel 1628 da papa Urbano VIII nel concilio Tridentino. 
Valentino Martelli, che era stato progettista del chiostro che ha occultato gli affreschi, decise saggiamente d’infossare l’affresco in odor di eresia, senza murarlo.
Il suo gesto ci permette perciò di rimirare quest’opera e di notarne un altro dettaglio di gran lunga più stuzzicante. 
L'intrigante abbazia di San Pietro, si erge dove esisteva la primitiva chiesetta di San Pietro, e non sorgeva affatto entro le mura etrusche di Perugia ma ben distante da esse, a un chilometro e 100 metri per l’esattezza, immersa nella fitta boscaglia di una collinetta che cinge Perugia, il Monte Caprario o Comploiano.
La Madonna "Jana", in realtà viene descritta ufficialmente come una Trinità maschile. Inutile quindi, come visitatori, chiedere della Madonna Tricefala. 
La trasformazione delle divinità femminili celte in divinità maschili era già stata fatta dai Romani, e " sdoganata "dal popolo con la celebre lapidaria frase "Si Deus Si Dea" "Vitiligatores."

In realtà la Grande Dea, o Grande Madre, fu triforme fin dalla notte dei tempi, lo fu talmente che la Chiesa Cattolica per toglierla dalla testa della gente si inventò una improbabile SS. TRINITA' di cui il Cristo non ha mai saputo o detto assolutamente nulla. Siccome però la Chiesa cristiana era decisamente maschilista, tolse ogni traccia di femminile e la inventò praticamente tutta maschile.

Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e pure al Paleolitico, come si evince dalle numerose figure femminili steatopigie (cosiddette "Veneri") ritrovate in tutta Europa, le innumerevoli Dee senza nome.

Col tempo la Grande Dea assumerà personificazioni distinte, per amore e sesso, come Ishtar-Astarte-Afrodite e Venere, o per la fertilità dei campi, come Demetra e Proserpina o Cerere e Core, oppure alla caccia, come Kubaba, Cibele, Artemide e Diana.



LA DEA TRIFORME 

Era Dea delle fiere nel suo aspetto terreno e diurno di cacciatrice, Dea del cielo nel suo aspetto notturno di Luna e Dea degli inferi nel suo aspetto di Regina dei morti.

JANUA LA MADONNA DI PERUGIA
Anche nelle antiche mitologie indo-europee, le Grandi Dee erano triadi: le greche Moire, Grazie, Parche e le nordiche Norne, le Tanfanie o Aufanie che presidiavano le valli e le fonti, le Gorgoni, le Sirene della Trinacria o erano singole divinità ma raffigurate in tre aspetti, come la greca e poi romana Ecate. Sicuramente erano triformi in epoche remote le Muse. le Arpie e pure le Erinni.
A lei è legato ogni ciclo di morte-rinascita e pure la Luna che la rappresenta, infatti i più arcaici di questi riti sono riservati alle donne, come quello di Mater Matuta o della Bona Dea.

Nei testi la Selene, Dea Luna, a tre facce è identificata con le tre Grazie, le tre Moire, e le tre Parche; spesso ci si rivolgeva ad essa con i titoli di parecchie Dee:
« .. loro ti chiamano Ecate,
dea dai molti nomi, Mene,
Artemide lanciatrice di dardi, Persefone,
Signora dei cervi, luce nel buio, dea dai tre suoni,
dea dalle tre teste, Selene dalle tre voci,
dea dal triplo volto, dea dal triplo collo,
dea delle tre vie, che tiene,
la fiamma perpetua in tre contenitori,
tu che offri la tripla via,
e che regni sulla tripla decade.
»

Attraverso il telaio la Dea creava il mondo che elle stessa nutriva e poi come Penelope, disfaceva per rieditarlo da capo. Un po' cime la vegetazione annuale. Il labirinto, il telaio, la tela, la ragnatela, la noce, sono simboli del cervello e quindi dell’anima, per questo all'antica Diana Caria era sacra la noce e l'albero del noce, e le Dee Primeve, o Primigenie furono maghe e tessitrici, di ragnatele come Aracne, di tele come le Parche o le Moire:
E Làchesi canta le cose che furono, Cloto le presenti, Atropo le cose che saranno. E Cloto con la mano destra … fa volgere … l’esteriore rivoluzione del fuso. Atropo invece colla mano sinistra mette in moto a regolari intervalli la rivoluzione interna. Làchesi da ultimo, alternativamente, va regolando ora l’una ora l’altra rivoluzione, con l’una mano e con l’altra” (Platone. “Politeia”, I dialoghi).

La Grande Dea, o Grande Madre era:
" madre degli Dei, degli uomini, della natura, madre di tutte le cose... l'Origine" 
quel che poi passò al cristianesimo come l'Alfa e l'OMEGA. Ella è dunque la Causa e l'Effetto della causa:
"tu sei la fine, e tu sola regni su tutto.
per tutte le cose che provengono da te, e che agiscono in te...
tutte le cose, giungono alla loro Fine.
»



NINHURSAG LA TRIPLICE

(detta anche Ki o Aruru) regnò in area messopotamica, presso i Sumeri, dal V millennio a.c. e rappresentava la Terra, formando con il Dio An la Montagna cosmica An-Ki.
Ninhursag impastò l'argilla per plasmare sette copie di sé stessa da porre alla sua sinistra (donne) e sette, invece, alla sua destra (uomini). Con una serie di incantesimi animò le immagini, il che le determina come Dea Maga.

LE MATRES
Avendo creato prima le donne e poi gli uomini si comprende che era ancora la donna la creatura preminente nella società. Insomma si è nel matriarcato, poi il patriarcato cambierà le cose, facendo sorgere la donna addirittura da una costola di Adamo, insomma un sottoprodotto di maschio.

Come Ninmah, era la "Signora maestosa", la Regina; come Nantu, "colei che partorisce", era la Dea protettrice del parto; come Ninhursag, era la madre di tutte le creature viventi, come Nin-hur-sag era la "Signora delle colline", come Nintur la "Signora delle nascite" e come moglie di Enki era solitamente chiamata Damgalnunna.

Presso gli Accadi era conosciuta come Belet-ili "Signora degli Dei" ed ebbe pure il nome di Mama.
Ora MAMA, o MAMI, o MAMMONA o MAMMOSA o MUT o MAAT, è chiaro che si tratta sempre della Madre Terra.

In qualità di Madre del mondo conosciuto ebbe tre immagini: colei che fa nascere, colei che nutre e colei che fa morire.



IBN ARABI E LA TRINITA'

Il mistico sufista, Ibn Arabi (1165-1240):
« Io seguo la religione dell'Amore,
Adesso vengo spesso nominato
ora monaco cristiano,
ora saggio persiano. »

« La mia appartenenza è il tre,
tre che può essere anche uno;
molte cose appaiono come tre,
ma non sono più di una cosa sola. »

« Non datele nome,
Come se servisse a limitarla ad una cosa sola
alla vista della quale
tutte le limitazioni si confondono. »



CAUSA ED EFFETTO

Carl Gustav Jung per spiegare il processo divinatorio su cui aveva impegnato una ricerca e una tesi di laurea, chiese aiuto al fisico Wolfgang Pauli, Premio Nobel 1945.
Lo studio congiunto dette luogo a uno schema a croce:

Energia indistruttibile
Causalità ------------ + -------------- Sincronicità
Continuum spazio-temporale

dove accanto a spazio, tempo e causa-effetto era introdotta la Sincronicità, cioè quelle coincidenze significative che correlano e fanno accadere sincronicamente — senza causa apparente — circostanze conformi l’una con l’altra, come se in alcuni casi il tempo-spazio seguisse regole più particolari e misteriose.
Ovviamente in quest'ambito accadrebbero non solo le divinazioni ma pure i miracoli, che non sono appannaggio di una religione perchè ogni religione ha avuto i suoi. Insomma i fedeli ci mettono la fede e la Dea l'opera. 

A parte i Vangeli che risalgono a due millenni, i miracoli normalmente li fa la Madonna e non il Cristo, anche perchè i fedeli si fidano molto di più di chiedere favori a una divinità femminile che ad una maschile, tanto più che il Dio maschio viene presentato come vanitoso, accentratore, punitivo ed egoista. Se la causa non è benevola, sicuramente non lo sarà nemmeno l'effetto.



IL TRIANGOLO SACRO

Secondo Winchelmann gli Egizi solevano presentare il sesso femminile con un triangolo ed altrettanto accadeva per la rappresentazione della Dea triforme. In seguito il Dio padre altro non fece che girare il triangolo verso l'alto e farne il suo simbolo. Ma mentre il triangolo in basso è Terra e istinto, il triangolo in alto è Mente e leggi.

Quel triangolo fu una vera benedizione, perchè la trinità femminile delle Dee divenne la trinità santissima del Dio unico, con una sequela di incongruenze. Per giunta ci appiccicarono al centro un'occhio, come a dire: "Aho, guarda che LUI ti sta guardando, occhio eh?" Dimodochè i fedeli si sentono in imbarazzo pure quando vanno al cesso.



LA DEA A TRE TESTE

Fin dal paleolitico la grande Dea era la Luna, nelle sue tre manifestazioni: Vergine, Ninfa, Vegliarda, che corrispondono alle tre fasi lunari e alle tre stagioni dell'anno (primavera, estate, inverno).

La Vergine era la Dea che partoriva senza marito, quindi causa di tutte le nascite sulle terra, di uomini, animali e piante.
La Ninfa era colei che si accoppia con tutti e tutto, insomma un po' ninfomane, come lo era la Iside egizia, definita la Grande prostituta, quindi Dea dell'amore sessuale.
La Vegliarda era invece identificata con la Madre Terra, che all'inizio dell'anno produce foglie e boccioli, poi fiori e frutta, infine isterilisce. (In seguito la Dea fu identificata con un'altra triade: la vergine dell'aria, la ninfa della terra e la vegliarda del mondo sotterraneo: Selene, Afrodite, Ecate.)

Così la videro vari autori tra cui Jung, con una interpretazione che poco ci azzecca con la realtà dei tempi. 

Diciamo che in epoca primitiva, non essendoci quella parte fortemente mentalizzata caratteristica della civiltà, gli umani vedevano la natura come era, cioè madre, nutrice e datrice di morte.

Così infatti è la natura che procura anche a noi umani la nascita, essendo noi parte di lei, che ci nutre appunto con i prodotti della terra e che ci riaccoglie nel suo grembo destinandoci alla morte. 

ECATE TRIFORME
Questa realtà così semplice ha staccato la testa di quasi tutta l'umanità, che a costo di una parziale schizofrenia si è adoperata artatamente di spiegare che non è così, che la Natura non c'entra niente, anzi Lei è un prodotto secondario del Dio Maschio (quello primario sarebbe l'uomo).

Noi saremmo dunque figli di Dio e non della Natura a cui pertanto non dobbiamo nulla e la possiamo trattare anche malissimo, perchè Dio ci ha nominato suoi padroni.

Essendo figli speciali Dio ci ha riservato un destino speciale, noi non moriamo come animali e piante, strano perchè scientificamente siamo proprio animali, ma con la mente intatta e senza corpo veleggeremmo verso mondi di premi discutibili e punizioni ultranaziste.

Perchè l'uomo si e gli animali no? Perchè la Chiesa ha stabilito che gli animali non hanno un'anima, ma forse l'anima facevano fatica a vederla, o non sapevano neppure cosa fosse, perchè dibatterono a lungo sul fatto che le donne avessero o meno un'anima. 

Alla fine decisero che l'anima c'era, perchè altrimenti le donne li mandavano tutti a farsi fottere. Niente anima? Allora non vado in chiesa, non ti pulisco i pavimenti di diocesi conventi scuole ecc., non ti faccio regalie, non ti assisto se ti ammali, non ti cucino non ti lavo le tovaglie d'altare e neppure le mutande, per giunta faccio sesso come cavolo mi pare. 

No, non si poteva accettare, era bello poter finalmente stabilire che la donna era un animale senz'anima e quindi inferiore, ma si sarebbero persi troppi vantaggi e troppi bisogni sarebbero rimasti insoddisfatti. Per giunta parecchi secoli dopo un certo Papa Vojtiyla disse che anche gli animali avevano un'anima e andavano in paradiso. 
Ma che ci andavano a fare? A loro la visione di Dio non li toccava, semmai una visione di un Dio cane, gatto, orso, ecc. ma possibile che l'unico Dio fosse così compiacente da trasformarsi? Rigido com'è, sarebbe difficile da credere.



CONCLUSIONI

LA TRINITA' della Grande Dea era un mistero connclamato per la mente, ma difficile da comprendere interiormente, tanto è vero che questo Mistero fu poi la matrice dei SACRI MISTERI.

LE NORNE
Essendo generatrice, nutritiva e mortifera ella riassumeva tre aspetti un uno, perchè trattavasi sempre della Dea NATURA.

La TRINITA' del Dio unico, si può sapere che ci azzecca?

C'è un Padre, c'è un Figlio (che è morto e risorto una sola volta, mentre quello della Dea Vergine moriva e risorgeva ogni anno) e c'è uno Spirito Santo che ha il simbolo della colomba, cioè della Grande Madre, ma che Grande Madre non è. Non solo non è Madre ma addirittura ingravida una donna al posto di Dio, cioè una colomba ingravida una donna?

E' un gran papocchio da cui la chiesa stessa non seppe mai districarsi, tanto è vero che dopo aver abbrustolito parecchi eretici che si ribellavano a uno spirito santo che non fosse madre, dichiarò spudoratamente che era un mistero per cui nessuno poteva pretendere di capire. Tranne la chiesa che però l'ha avvolto in uno oscuro silenzio perchè non sa cosa inventarsi.
Fine dei giochi.



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