venerdì 5 aprile 2013

LA DEA NERA



INCONSCIO COLLETTIVO

I Serpenti erano l'emblema delle Grandi Madri, ma pure i Draghi un po' lo furono, come il Leviatano, la Sirena bicaudata, la Gorgone ecc. Insomma il Drago o Serpente nel matriarcato è l'istinto da conoscere e assimilare, ma nel patriarcato è l'istinto da cancellare, fonte di tutte le nevrosi.
Avrà a che vedere con la luna nera, la parte che non si conosce? La luna nera è l'inconscio.
Allora il Drago o il serpente è l'inconscio.

KALI'
Sigmund Freud si scandalizzò molto quando il suo allievo preferito, nonchè futuro erede della sua scuola psicoanalitica, Carl Gustav Jung, gli parlò dell'inconscio collettivo, che roba è? Finchè l'inconscio era privato stava nei meandri della persona, una faccenda assolutamente non condivisibile e nascosta, la cosa poteva andare (anche perchè l'aveva scoperto lui stesso), ma se era in comune allora chiunque poteva sentirla o vederla, che diavoleria era questa? Jung lo rassicurò, la mente di ognuno impediva l'accesso a questa energia comune ed intelligente, salvo rare persone, tra cui lui stesso, che ne erano venute a contatto con incidenti varii. Jung infatti ci stette per 4 anni a contatto e, come scrisse a un suo buon amico, girò con la pistola in tasca, tanta era la paura.

Jung aveva scoperto l'Inconscio collettivo e non l'aveva confuso nè con Dio nè col Diavolo, ma l'aveva riconosciuto come elemento prettamente umano, purtuttavia terribile. Insomma aveva scoperto ciò che a volte scoprivano i santi rifugiandosi nelle grotte, o i vari guru rifugiantisi nelle grotte, o nei boschi, dove gli si spalancavano le porte dell'inferno o degli inferi, dove vedevano draghi, demoni e tentazioni varie, come fecero San Francesco, San Benedetto, Santa Teresa d'Avila, Budda, ecc. ecc.



L'ASTRALE

BASTET
Dunque l'inconscio collettivo è l'astrale, o zona senza stelle, o senza luce, o Astarte. Astrale e Astarte sono la stessa cosa, e la Dea appare spesso terrifica, come la Dea Kalì, oppure infine benefica, come Iside ad Apuleio.

La Dea è oscura perchè ignorata, ma anche perchè è notturna, cioè risiede nell'inconscio. Tutte le Grandi Madri ne avevano una, non a caso Minerva aveva come animale sacro la civetta, l'abitante del buio, ma pure colei che vede nel buio, e in Egitto era Bastet, la Dea Gatta, anch'essa animale notturno.

Ma la Dea nera nel cattolicesimo non è scomparsa, hai voglia a demolire immagini, a lavare statue, come le mani del Macbeth non vengono mai pulite. L'Europa è piena di Grandi Madri Nere, si calcola siano circa cinquecento, e in Italia poi ne proliferano una sessantina piene di ex-voto, eccone un po':



LE MADONNE NERE

Madonna Nera Beata Vergine della Tempesta - Tolentino (Macerata)
Madonna Nera Beata Vergine di Castelmonte - Cividale (Udine)
Madonna Nera Beata Vergine di San Luca - Bologna
Madonna Nera Beata Vergine Nicopeja - Venezia
Madonna Nera della Chiesa S. Lucia - Fontechiari (Frosinone)
Madonna Nera della Civita di Itri (Latina)
Madonna Nera della Lettera - Palmi (Reggio Calabria)
Madonna Nera della salute – Santa Maria della salute - Venezia
Madonna Nera del Monserrato - Porto Azzurro - Fosso di Riale (Isola d’Elba)
Madonna Nera del conforto - Santa Francesca Romana - Roma
Madonna Nera del Sacro Monte - Varese (1600)
Madonna Nera del Sacro Monte - Viggiano (Potenza) (500 d.c.)
Madonna Nera del Sacro Monte di Santa Maria Assunta di Serralunga di Crea (portata da oriente da S.Eusebio nel 360 d.c.)
Madonna Nera del Sasso Malesco - Finero (Verbano)
Madonna Nera dei Carbonari - Longobucco (Cosenza)
Madonna Nera di Amalfi (cripta della cattedrale)
Madonna Nera di Cagliari
Madonna Nera di Capocolonna - (Crotone)
Madonna Nera di Carboniano - Gemmano (Rimini)
Madonna Nera di Città di Castello - (Perugia)
Madonna Nera di Fontechiari - (Frosinone)
Madonna Nera di Groscavallo - Santuario di Forno Alpi Graie (Torino)
Madonna Nera di Loreto - Ancona
Madonna Nera di Loreto a Chiavenna (Sondrio);
Madonna Nera di Loreto a Graglia – Biella
Madonna Nera di Loreto a Vallelunga
Madonna Nera di Monte Tranquillo - Pescasseroli (L'Aquila)
Madonna Nera di Montovolo - Santuario dell'Appennino Tosco-Emiliano
Madonna Nera di Pralongo - Treviso
Madonna Nera di Rivoli - Torino
Madonna Nera di Rovereto - Terlizzi - (Bari)
Madonna Nera di sant'Abbondio - Cremona
Madonna Nera di Sampeyre - Cuneo
Madonna Nera di Seminara - Reggio Calabria
Madonna Nera di Rogaro - Tremezzo (Como)
Madonna Nera di Tindari - Messina
Madonna Nera di Trana -Torino
Madonna Nera di Tresivio - Sondrio
Madonna Nera di Pralongo - Treviso
Madonna Nera Maria Mater Gratiae SS. Vergine di Oropa 1 - Biella
Madonna Nera Maria Mater Gratiae SS. Vergine di Oropa 2 - Biella
Madonna Nera Maria Mater Gratiae SS. Vergine di Oropa 3 - Biella
Madonna Nera Maria Mater Gratiae SS. Vergine di Oropa 4 - Biella
Madonna Nera Maria SS. del Carmine – Napoli
Madonna Nera Maria SS. Della Civita - Itri - Latina
Madonna Nera Maria SS. del Soccorso - Santuario del Soccorso - San Severo (Foggia)
Madonna Nera Maria SS. di Canneto - Santuario di Canneto - Settefrati - (Frosinone)
Madonna Nera Maria SS. di Carpignano Salentino - Lecce
Madonna Nera Maria SS. di Patmos - Rosarno - (Reggio Calabria)
Madonna Nera Maria SS. di Valverde - Tarquinia (Viterbo)
Madonna Nera Maria SS. Incoronata - Santuario dell’Incoronata - Foggia
Madonna Nera Maria SS. la Bruna - Puccianiello (Caserta)
Madonna Nera Nostra Signora delle Grazie - Sori (Genova)
Madonna Nera Nostra Signora di Bonaria - Cagliari
Madonna Nera Nostra Signora di Loreto - Graglia (Biella)
Madonna Nera Nostra Signora di Celle - Trofarello (Torino)
Madonna Nera Nostra Signora di sant'Eusebio in Sanata Maria - Cagliari
Madonna Nera S. Maria Assunta - Positano (Salerno)
Madonna Nera S. Maria Cortelandini detta S. Maria Nera – Lucca



DIVAGAZIONE BIBLICA SUL TEMA

"Nigra sum sed formosa” Sono nera, ma bella, dichiara la fanciulla nel biblico Cantico dei Cantici.(Ct 1, 5), per alcuni è la regina di Saba nubiana e di pelle scura, amante non abbastanza riamata da re Salomone, per cui alla fine si affranca e lascia il re a rimuginare sulla sua perdita. Per altri l'amore andò a buon fine e dai due nacque Menelik, capostipite degli etiopi. Per altri è un amore tra pastori, (a nostro avviso brani di storie diverse, ma molto poetiche). Secondo altri ancora è una Dea Nera, per altri ancora è la liberazione femminile dal maschio padrone.

CERERE E CORE
Viene contrabbandato come inno allo spirito, difficile da mandar giù: “Il Cantico sublime e' per Ebrei e Cristiani un’allegoria del rapporto privilegiato fra il Signore e il suo popolo.”
Origene, grande maestro dell’esegesi cristiana, concorda e vi trova l’amore tra Dio e il suo popolo, l’amore tra Cristo e la Chiesa.

Bonhoeffer, uno tra i più grandi teologi del secolo passato, scrive invece: (49) “Io vorrei leggere il Cantico dei Cantici come il cantico dell’amore terreno perché questa è la migliore interpretazione cristologica.... che un uomo nelle braccia di una donna debba avere nostalgia dell’aldilà è a dir poco una mancanza di gusto e comunque non è secondo la volontà di Dio."

Ancora oggi “ precisa l’archeologo Mario Pinkerle - vale l'"interpretazione simbolica" ed è rifiutata l'interpretazione storica, naturale, che vede come protagonisti due persone umane con le loro espansioni amorose che appaiono, chissà perché, esagerate e "non convenienti". -

Fu il Concilio Ecumenico Costantinopolitano Secondo (del 553 d.c.) a fare il casino.
Formato da cardinali ottusi e incapaci, inventarono una storia ridicola: "Non vi è nulla da eccepire: la Sposa è una città. È Sion. È Gerusalemme. Niente altro che una città. I corpi son le sue case, i minareti sono i suoi falli. Le sue cupole sono i seni, le porte son le vagine. E il paesaggio è la terra palestinese con le sue stupende bellezze naturali..."
Ecco un brano del Cantico… leggere per credere… in traduzione non epurata…:

(Lui a lei)
- La tua vulva è una coppa cesellata
anfora tonda, ha vino inebriante
e di odoroso liquore non è mai secca
I tuoi occhi sono laghi
I tuoi seni gazzelle.. -

(Lei a lui)
- Oh se tu fossi un mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare
e nessuno potrebbe disprezzarmi.
Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
m'insegneresti l'arte dell'amore.
Ti farei bere vino aromatico,
del succo del mio melograno... -
(che non è quello del giardino di casa...)



MARIA SS. DI CANNETO
MARIA SS. DI CANNETO

"L'attestazione più antica della chiesa risale al XIII sec.. A dare nuovo lustro al Santuario fu una bolla emanata nel 1475 dai cardinali Bartolomeo Roverella e Giuliano della Rovere, con la quale veniva concessa un'indulgenza di 100 giorni a tutti coloro che si fossero recati in pellegrinaggio a Canneto in determinati giorni festivi, tra cui la cosiddetta "ottava dell'Assunta" che culminava il 20-22 Agosto.

Ancora oggi il pellegrinaggio dei fedeli verso il santuario tocca il suo culmine al 22 Agosto.


Il culto della dea Mefite

Nel 1958, a seguito di lavori effettuati per l'imbrigliamento delle acque del fiume Melfa, furono ritrovati i resti di un antico tempio pagano dedicato al culto di una divinità femminile, IV-III sec. a.c.. Gli studiosi locali identificarono questa dea con Mefite, divinità pagana legata al culto delle acque, della fertilità dei campi e della fecondità femminile. Una conferma a tale ipotesi potrebbe essere il frammento di colonnina, rinvenuta già molto tempo prima a Canneto, recante un'iscrizione dedicata alla dea, probabile basamento per una statuetta. La colonna si trova oggi esposta nella cripta del Santuario.


La Madonna Nera

La leggenda tramanda che ad una giovane ed umile pastorella di nome Silvana, intenta a condurre al pascolo il proprio gregge, apparve la Madonna che la incitava a sollecitare l'arciprete affinché in quel luogo fosse edificata una chiesa a lei dedicata.

La bambina si mostrò preoccupata per le pecore che stava conducendo a bere, ma la Madonna la rassicurò dicendole che all'acqua avrebbe pensato lei, e  toccando una roccia ne fece sgorgare una sorgente.

La fanciulla fece come le aveva ordinato la Signora e ben presto le prime persone giunsero al luogo dell'apparizione. Trovarono la sorgente ma al posto della Signora fu rinvenuta la statua di legno scuro, dinanzi alla quale si misero a pregare. Secondo gli studiosi essa risale al XIII-XIV sec."



CONCLUSIONI

Di che colore era la Dea Mefite, Dea degli inferi? Di certo almeno una parte nera, ovvero una Dea Nera la doveva avere, se non altro come Dea delle esalazioni mefitiche e vulcaniche, cioè Dea della morte. Ora qualcuno dice che le madonne sono nere perchè derivano dalle antiche Dee della Terra, le grandi madri, e che le hanno fatte nere per simulare il colore della terra, ma non sono mica Dee della terra arata, semmai sarebberi verdi, come Tara, infatti la Tellus romana non era nera. 
Un prete sostenne che si erano annerite a causa delle candele, certo, e perchè non dire allora che si sono abbronzate alle Canarie?

A città di Castello c'è una Madonna che tiene una figlia, anzichè un figlio, e la figlia tiene una sfera in mano. Che vuol dire? Forse una Cerere e Core? Molto probabile, e magari pure nere, per celebrare il periodo infero delle Dee, quando Core fu rapita negli inferi e Cerere andò a ripescarla.

Sembra che il duomo che accoglie le due Madonne sia posta sopra un tempio della Dea Felicitas. Niente di nuovo, i templi cristiani sono sorti sui templi pagani, perchè sono luoghi che raccolgono energie, dicono alcuni, ma forse per cancellare le tracce del vecchio tempio, dicono più saggiamente altri.
Questa immagine delle due Dee (di cui la seconda non è una bambina) è la prova che le Madonne Nere rieditano antiche Dee, senza scomodare le madonne Messicane o la copia di Madonne Nere, perchè avrebbero potuto copiarle senza farle nere, come mai non hanno notato l'anomalia? Semplice, perchè la gente era abituata alle Dee Nere e non le avrebbe accettate diverse.



LA MADRE OSCURA 

La dimensione ctonia è associata all'idea della generazione e quindi alla figura della Grande Madre, Divinità oscura e femminile, onnipotente e terribile generatrice, che può dare o togliere la vita. Va bene ma anche il Dio Padre può farlo, come mai allora la figura della Grande Madre Nera spaventa tanto l'animo umano? La risposta è che il Grande Padre se ne frega di essere amato, lui ha le sue leggi che devono essere rispettate, e attraverso questo ci si può salvare.
Insomma Dio vuole essere rispettato e temuto, come richiede spesso nell'antico Testamento, non ci chiede di amarlo perchè allora ci sentiremmo davvero in imbarazzo, si può amare il Cristo, ma non certo Dio che tra l'altro non lo salva da una fine atroce nonostante l'accorato richiamo.

Ma la Grande Madre è madre, a lei ci si rivolge in nome dell'amore, non perchè siamo stati ligi. Lei può decidere di farci vivere o morire a seconda dell'amore o meno che ha per noi. Si può accettare un padre freddo e schivo, ma non una madre che non ci ama. In questo caso lei è più terribile del Dio Padre.

Allora le Madonne Nere sostituiscono antiche Dee Nere, che erano nere perchè Dee del mondo ctonio, occulto, infero, insomma astrale. L'astrale ha un aspetto benevolo e uno malevolo, per accedere a quello benevolo occorre superare quello malevolo. Di qui le Dee Nere.



NYX

La grande Dea Nyx del mito greco compare come una donna vestita di nero, con l'abito trapunto di stelle. Essa durante il giorno ha rifugio in una caverna, per uscirne al tramonto su un carro trainato da cavalli neri. Un'altra rappresentazione la ritrae come donna dalle grandi ali nere. Sembra il contraltare di Apollo che corre nel cielo assolato dalla sua presenza su un carro di cavalli bianchi. Lui di giorno, lei di notte.

Esistono altre divinità femminili connotate dal nero, come le cosiddette "Madonne Nere" il cui culto può esser fatto risalire alla cultura pagana, soprattutto orientale in cui si venerava la Luna Nera, in area mediterranea detta Ecate.

Nella filosofia alchemica il nero è il colore della prima parte dell'Opera (nigredo) capace di trasformare la materia spiritualizzandola, ma anche di cambiare lo spirito corporizzandolo. Insomma anima e corpo devono diventare una cosa sola. E' possibile? Si a patto di ricongiungere la mente all'istinto, oggi staccati per tutti.
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È noto che il nero, in opposizione al bianco, sia il colore del lutto, del buio, dell'assenza di coscienza; nonostante esso abbia assunto una connotazione decisamente negativa, in relazione alla sfera diabolica e demoniaca (a Satana, raffigurato spesso come uomo o bestia nera, si sacrificavano un gallo o un caprone del medesimo colore), in realtà esso ha il valore del cambiamento, della scoperta e della rinascita. Non a caso il Sole Bambino nasce nella tenebra più fitta del solstizio d'inverno, perchè il Sole Invitto è quello della coscienza interiore.



ECATE

Ecate è la Dea Nera per eccellenza, infatti nel suo aspetto infernale lascia la veste bianca e ne indossa una nera, e talvolta asume forma canina. Il cane è un animale associato al mondo ctonio, basti pensare a Cerbero, guardiano dell'Ade.

Poiché lo si considera una guida fedele durante la vita terrena, il cane veniva sacrificato ai defunti per accompagnarli nel viaggio ultratrrreno. In relazione al mondo dei morti nella sua connotazione terrifica, il cane viene associato ai demoni infernali e quindi al dominio diabolico e stregonesco.
Come i cani-demoni che fanno da corteggio a Ecate nelle sue apparizioni: "latravit hecates turba", scrive Seneca in Oedipus, 568.

Questi cani sono ovviamente anch'essi neri, il colore associato alla notte, alla morte, al mondo infernale e ad Ecate, spesso identificata con la misteriosa Luna nera.
Avendo separato l'istinto gli uomini ne sentono il potente richiamo. Gli uomini chiudono le saracinesche e diventano rigidi, le donne rimpiangono qualcosa che non conoscono ma che sentono vagamente.

E' il richiamo dell'occulto, della magia, del mistero, del mondo dei morti. E' l'Ecate dell'oltretomba, ovvero del mondo astrale, che può terrorizzare o riempire di gioia.

LE PARCHE


ASTRALE

Ecco come parla dell'astrale lo scrittore Kremmerz:
(Dizionario Ermetico - II vol. pagg. 316-317)

"ADDA NARI - La Maria, potestà dell'ombra proiettata fuori del corpo umano; nel senso magico corrisponde letteralmente all’Adda Nari degli indiani, la quale dal busto caccia quattro braccia con relative mani che portano i quattro colori delle carte da giuoco, che sono quattro strumenti della grande Alchimia, cioè lo scettro, la coppa, il pugnale e la moneta. 

Se gli studiosi di fenomeni medianici in Italia si soffermassero ad osservare l’immagine dell’Adda Nari, si convincerebbero che, fin dall’epoca in cui parlavano gli uccelli e le belve, l’umanità sapeva che l’uomo o la donna potevano emettere altri organi oltre i normali, per compiere un prodigio.
L’Astarte con tante e tante mammelle dai capezzoli eretti (i caporelli delle mammelle sono erettili, e perciò presi nella significazione satannica) sul petto ampio, era l’identica plastica immagine del potere dell’ombra. 

ADDA NARI
Come l’Adda Nari e l’Astarte rappresentano nel simbolo magico e religioso le proprietà di esteriorizzazione delle forze occulte regolate e volitive e coscienti, cosi Lilith rappresentava l’irregolarità della esteriorìzzazione, sui cui non aveva presa neanche la volontà inibitiva del soggetto o del magnetizzatore."

Un'altra immagine dell'astrale è la Dea Kalì, anch'essa con otto braccia, e per giunta Dea nera e incavolata. Ma per non allontanarci troppo basti pensare alle le Parche (o Moire, o Fate), figlie della notte, che avevano il compito di assegnare agli uomini il loro destino. Venivano rappresentate nell'atto della filatura, col fuso tra le mani. Loto tesseva la trama della vita, Lachesi la conservava e Atropo, inesorabilmente, la tagliava.
Altra triade femminile è quella delle Gorgoni: Stimo, Euriale e Medusa, esseri terrificanti dotati di ali e capigliatura serpentina. 

Sorelle delle Gorgoni, le Graie Enio, Pefredo e Dino: le "Vecchie" dalle "belle guance", possedevano un occhio e un dente in comune. 

Altre divinità spaventose, le Erinni o Furie, Dee della vendetta. nate dal sangue di Urano, Aletto, Tisifone e Megera erano rappresentate con ali e capelli di serpente, tra le mani fruste e fiaccole con cui cercavano, colpivano e infine uccidevano il reo. Esse sono le Dee punitive, sicuramente un aspetto distruttivo della Triplice Dea, nella veste di Giustizia. Infatti esse colpiscono coloro che hanno commesso delitti, e soprattutto i delitti contro i congiunti, vedi Edipo inseguito dalle Furie perchè ha ucciso il padre e si è congiunto con la madre, od Oreste reo di aver ucciso la propria madre.

Con la svolta patriarcale Oreste viene assolto dagli Dei e le Furie vengono trasformate in Eumenidi, benevole e senza poteri. Il delitto contro la madre, rappresentante della Dea, non viene punito e subentra la legge che permette ai mariti di uccidere le mogli, se tradiscono, se bevono vino ecc. Con Oreste cala la parola Fine sul matriarcato, sulle Dee, soprattutto sulle Dee Nere che ormai portano jella e non significano più nulla. La ricerca spirituale è terminata.



13 commenti:

Anonimo ha detto...

perché, se noi donne abbiamo delle Dee potentissime e oggigiorno nessuno ci brucia più, perché, domando alla persona che scrive questo blog, si deve tenere per forza e ancora, "il modello della madonna" che non è una Dea, teologicamente parlando, nel vangelo non ha alcuna funzione attiva o di potere, anzi, lo stesso gesù la umilia e zittisce più volte, perché dobbiamo sempre tirarla fuori e accostarla alle vere Dee, che sono ben altra cosa, che non si inginocchiavano di fronte al figlio, che avevano una sessualità attiva e potente?
che il culto popolare verso tale "madonna" non sia che lo scopiazzamento infame del culto di altre Dee, sradicate dal cristianesimo, è evidente, ma perché dovete accostare Ecate e Kali, potentissime Signore, dalla sessualità indomita e attiva, dalla sapienza eccelsa, che non sono prostrate a un dio padre, perché associarle a questa "madonna" che non è - evangelicamente parlando, con dati alla mano tratti dal vangelo - che una ragazzetta ebrea fecondata in modo passivo da un dio padre/spirito che aleggia sulle sue ovaie e le rende pregne? che non è che una donna zittita più volte da suo "figlio gesù", alla scena del banchetto, o rinnegata davanti alla folla? che nel vangelo non fa assolutamente niente e vale meno che niente, essendo suo figlio maschio considerato figlio di dio o dio egli stesso per i cattolici, il centro di tutto l'universo? che il suo mito fantasioso di lei assunta in cielo non è che la fantasia papale, non tratta dai vangeli, che nasconde una feroce misoginia contro tutte le vere donne carnali, oppresse e rinnegate dal culto cristiano?

Anonimo ha detto...

che il suo modello e le sue "virtù" (docilità, passività, silenzio, assenso, frigidità e pudore, gravidanza accettata) sono state imposte a tutte le donne, nei secoli? che la celebrazione cattolica che le si tributa, in onore di in imene che resta intatto prima della fecondazione, durante il parto e anche dopo aver partorito, sono il segno più misogino e feroce della negazione della donna, che non andrebbe ridotta a un imene intatto, per avere valore ed essere stimata?
davvero, mi domando come si possa parlare di matriarcato, postare immagini di Kali e Ecate, e poi rifarsi ancora alla "madonna", che è la negazione totale della donna vera: con un cervello, una sapienza, e valida a prescindere che abbia un "imene immacolato" che le si sigilla un orifizio, che può essere anche a servizio del propio piacere sessuale scollegato dalla procreazione e non asservito a una gravidanza di un figlio maschio, per di più avuto "senza provare piacere". Che ci siano donne che nel 2015, dopo la presa di coscienza degli anni '70, ancora tributano l'imenelatria alla "madonna", è questo che mi scandalizza, non tanto che lo facciano gli uomini da secoli. Eppure, conoscete Kali, Ecate e tutte le altre Dee. e siete ancora a fare apologia alla "madonna nera" e a suo figlio.
figure chimeriche postulate da misogini androcentrici, l'una la negazione della donna e della Sacerdotessa e del suo piacere sessuale, l'altro l'affermazione che dio si fece solo maschio, e che tutto ruota attorno al "redentore".

Anonimo ha detto...

Trovo davvero di pessimo gusto (per non dire "blasfemo") associare le Dee, in particolar modo Kali, a questa figura mariana monca di piacere e potere, postulata, dai maschi, con dogmi che sono uno sfregio e una bestemmia nei confronti delle vere donne e dell'antico potere che avevano. Ben altra cosa che non l'idolatria di un imene intatto e frigido, che si tributa a tale maria, e dell'androcentrismo fallico che si tributa a suo "figlio", "vero dio e vero uomo", per citare la definizione teologica del culto. maria non è "una vera dea e vera donna", e nel vangelo lei stessa si dichiara "serva del signore" in una posizione di docilità e abnegazione, di servizio al figlio maschio e di riflesso al dio che la feconda. se questo è riconoscerla come dea potente, creatrice, autonoma... parlare della madonna, spacciarla o volerla spacciare come dea o semidea, quando non è così, quando la sua figura ha portato solo male in terra, quando si idolatrava lei, "la tutta pura" (in virtù di cosa? del feto di dio che è rimasto dentro il suo utero 9 mesi? in virtù di un imene che non si è lacerato?) mentre si bruciavano le vere donne considerate impure e inferiori, è alquanto deprimente. Alquanto deprimente questa forma di "wicca cristiana" che non ha la forza e l'onestà di dire le cose come stanno. Parlare della "madonna nera" è solo fare apologia al patriarcato che tale figura l'ha postulata negandole ogni attributo vero e femminile.
L'apologia a un imene che resta pregno di seme divino e che partorisce un figlio maschio.
L'apologia da una caricatura grottesca di una donna, privata di tutto, a cominciare dall'affermazione di sé e del proprio piacere sessuale che tale maria cattolica non ha: né ego, né piacere. Non conta lei, non è un in-sé, ma semplicemente un per-l'altro, in virtù della sua funzione da riproduttrice di un feto maschio, in un ruolo di perenne passività e obbedienza alla volontà dell'altro, di sesso maschile, davanti al quale ruota tutto l'universo.

come si possa, dopo aver adorato il santino e la statua di Ecate e Kali, fare apologia (e fare il gioco del patriarcato, sostenendo i suoi modelli teologici e concettuali) alla madonna, è qualcosa che non capirò mai.

Chissà se le donne, prima o poi, la smetteranno di stare appresso e di tenersi maria, dedicandosi interamente alle vere Dee.
Ne dubito sempre, quando vedo articoli come questo, "wiccanicristiani".

Anonimo ha detto...

"Se anche la donna è fatta "a immagine di Dio" come l'uomo, dobbiamo chiederci "che cosa", "chi" è Dio. La dottrina della Trinità tutta maschile è ancora valida?
Se la donna è fatta "a immagine di Dio", che dire del linguaggio delle immagini, dei sistemi e delle strutture che puntellano ancora oggi una cultura patriarcale pure sessista? (A. McGrew Bennet "Implicazioni teologiche del movimento femminista")"

"Il sacerdote è simbolo di Dio. Perciò il sacerdote deve essere maschio. Il linguaggio maschile in riferimento a Dio diventa così una legittimazione esplicita dell'esclusione delle donne dalla gerarchia ecclesiastica. (J. Plaskow, "Teologia maschile ed esperienza femminile")"

"La tradizione della fede ha concentrato il femminile in Maria, [...] è stata quasi trascurata la ricerca sul femminile come itinerario verso Dio" (A.McGrath)

"La morte del dio padre diventa allora la distruzione dell'immagine alienata dell'egoismo maschile nel Cielo [...]
"Finché la mariologia costituisce l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale, liberazione della donna non c'è e non può esserci [...] La mariologia è l'esaltazione del principio della sottomissione e della ricettività, purificato da qualsiasi relazione con la femminilità sessuale [...] Nel patriarcato c'è una buona e una cattiva femminilità. La cattiva femminilità rappresenta la volontà della creatura [...] nel suo stato naturale, la femminilità rappresenta il peccato e tutto ciò che deve essere sottomesso o rigettato. La buona femminilità invece rappresenta la creatura in quanto veicolo passivo della volontà maschile di Dio.[...] La mariologia esalta il femminile verginale, obbediente e spirituale, ma teme tutte le vere donne di carne."
(Rosemary Ruether)

è possibile una dimensione femminile di Dio, se la Chiesa ufficiale resta ferocemente androcentrica, come un'istituzione dittatoriale assoluta, proponendo ancora antichi diktat omofobici e misogini, lasciando di fatto immutata una visione fallica di Dio in una stereotipia sessuale dicotoma? Bianco/nero, maschio/femmina, attivo/passivo, mente/corpo, superiore/inferiore.

Anonimo ha detto...

Mary Daly: "Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall'affermazione che Dio "si incarnò" esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
Il presupposto implicito - e spesso esplicito - presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di "incarnarsi" nel "sesso inferiore" e il "fatto" che "egli" non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile. Venendo meno il consenso delle donne alla supremazia maschile, questi tradizionali presupposti cominciano a traballare.
(Nota: si vedano Sprenger e Kramer nel "Malleus Maleficarum": "E sia benedetto l'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello [la stregoneria]. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in questo sesso, e perciò lo ha privilegiato")

"L'idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un'ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (...) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessimo. L'immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l'identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità." "Ho già osservato che il testo paolino "in Cristo non c'è... maschio né femmina", funziona in questo modo, perché semplicemente e palesemente ignora il fatto che Cristo è un simbolo maschile e perciò a tale livello esclude la femmina."

Anonimo ha detto...

Adriana Cavarero: “L’ordine simbolico patriarcale si fonda su una logica assai singolare che, a dispetto del fatto che gli esseri umani sono dell’uno o dell’altro sesso, assume il solo sesso maschile come paradigma dell’intero genero umano. Ciò che è d’importanza fondamentale per il nostro discorso è che Dio viene identificato col polo maschile di queste dualità. Così dal lato positivo e superiore abbiamo Dio, spirito, ragione, storia, uomo e dal lato negativo e inferiore mondo, natura, corpo, caducità, donna. Nell’ordine simbolico cristiano tali polarità si reggono sulla distinzione e distanza tra Dio e il mondo. Così la teologa e attivista luterana Dorothee Soelle afferma che la distanza tra Creatore e creatura è stato tradotta nei termini della dicotomia sessuale in modo che al maschio vengono attribuite caratteristiche “divine” e alla femmina caratteristiche “del mondo”. Ovvero “il concetto ontologico è utilizzato in modo sessista".Questo significa che tutto ciò che appartiene alla sfera del divino è declinato al maschile e tutto ciò che appartiene alla sfera del creato, la terra, la natura, il popolo di Dio, la chiesa viene declinata al femminile. Non è difficile vedere come in un ordine simbolico del genere il dominio della terra ordinato da Dio nel primo capitolo della Genesi è diventato (al terzo capitolo) il dominio della donna da parte dell’uomo. “Posto il sesso maschile come rappresentativo dell’umano in quanto umano, il sesso femminile risulta non pienamente umano, ossia umano ma di grado inferiore, incompiuto”.

Marinella Perroni: la cultura ebraico-cristiana che ne ha rappresentato uno dei generatori vitali hanno prodotto universi religiosi androcentrici nei quali tutto, i testi sacri, il culto, le norme morali, perfino l'immagine di Dio, girava intorno al soggetto maschile che ne era criterio interpretativo, codificazione linguistico-concettuale, garanzia di accessibilità. L'assetto androcentrico dell'universo religioso ha comportato, tra l'altro, anche l'impossibilità di comunicazione diretta tra mondo delle donne e mondo delle Scritture sacre, costretti entrambi a percorrere la propria orbita satellitare rispetto alla centralità maschile.

Lascio a voi la conclusione, se parlare di "madonna nera" al modo che lo fate voi, non è supportare in pieno la causa del patriarcato, i suoi modelli, archetipi, simboli. Fossi in voi mi chiederei anche perchè la maria cattolica è celebrata per un imene intatto perenne, e nessun piacere sessuale, ciclo mestruale, sangue che cola, cosa lasci intendere, cosa sta a significare.

Giulia on 30 agosto 2015 alle ore 20:07 ha detto...

Sei sicura, se sempre di una si tratta, e mi sembra di si, di aver letto il mio articolo e di non confondermi con altre? In pratica ho scritto che le madonne nera sono state copiate dalle antiche Dee nere. La lunghezza della risposta, anzi delle risposte però lascia perplessi. Forse ce l'hai con altri...

Anonimo ha detto...

Lascia perde Giulia, articolo chiaro è fighissimo, come sempre. La gente ha bisogno di conoscere la verità da qualcuno che rimane obbiettivo e sopra le parti, e tu lo stai facendo benissimo. :)

Unknown on 9 ottobre 2018 alle ore 09:42 ha detto...

C è qualche differenza tra dea Kali e dea kali' ?

Giulia on 30 novembre 2019 alle ore 18:20 ha detto...

No Unknown, è la stessa cosa.

Laura Violet on 4 febbraio 2020 alle ore 13:02 ha detto...

Sono arrivata a una delle tue stesse ipotesi studiando sul posto la Madonna Nera di Crea. Considerando che il Monferrato è pieno di sorgenti solforose, ho pensato proprio a Mefite, onorata di sicuro in almeno due zone del Nord Italia: Cremona, vicinissimo al Po, e Lodi.
Crea sorge a pochi chilometri dal Po, e nasce su una sorgente.
Secondo me delle corrispondenze ci sono con Mefite...
Belľarticolo, grazie :)

Anna on 4 dicembre 2020 alle ore 18:48 ha detto...

In risposta alle sconcertate di sopra: "blasfemo", termine cattolicissimo, usato per determinare una dea vera da una falsa, in questo caso la Madonna.
Sto ridendo tantissimo!
Anche perchè, poi, nessuno parla di S.Anna, per cui un tale Giotto usò proprio il colore nero proprio nella scena del bacio con Giocchino. Sottolineo: era in epoca medioevale, il nero era tabù per via della dimensione mortifera che aveva assunto proprio in quel periodo,dove pure la prospettiva era ancora quasi un altro tabù artistico, figuriamoci un bacio! Il primo nella storia dell'arte cristiana tra uomo e donna.
Considerando chi era Giotto, e il periodo in cui ha potuto e voluto esprimere ciò, forse, qualche analogia con le "vere dee" di qualcuno c'è.

Anonimo ha detto...

Si Giulia ce l'ha con altri, quando non ci si guarda dentro si vede nell'altra la nemica. E questo si che aiuta da millenni il patriarcato che ci educa ad odiarci tra noi.

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