lunedì 18 marzo 2013

IL MITO DI MEDUSA





"Rex fuit Forcus Corsicae et Sardiniae qui cum ab Atlante rege navali certamine cum magna exercitus parte fuisset victus et obrutus finxerunt soci eius eum in deum marinum esse conversum" scrive Virgilio dell'Eneide e non si sa se si tratti dello stesso Forco, o Forcide, padre di Medusa, ma è abbastanza probabile, perchè Forco sarebbe stato un potente re di Sardegna e di Corsica, vinto e  morto annegato in combattimento navale da Atlante (che però secondo Platone sarebbe figlio di Poseidone). In seguito, i suoi amici lo avrebbero deificato ed annoverato fra le divinità marine.

Secondo il mito Poseidone si era innamorato di Medusa quando ancora era una bellissima fanciulla. Innamorato è una parola impegnativa, visto che di notte il Dio la violentò nel tempio di Atena. Quest'ultima, profondamente irritata dall’affronto subito, trasformò la fanciulla in un orribile mostro: le mani divennero di bronzo con ali d’oro, il corpo ricoperto di scaglie, denti come zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli. Inoltre dette al suo sguardo la capacità di trasformare in pietra chiunque la guardasse negli occhi.

Quindi a rigor di logica il figlio di Poseidone avrebbe ucciso il padre di Medusa e Poseidone stesso ne avrebbe stuprato la figlia. Bella famiglia, e poi Atena è una belva, invece di arrabbiarsi con Poseidone se la prende con la povera Medusa violentata. 

La madre di Medusa era Ceto, figlia di Ponto e di Gea, dall'aspetto di mostro marino, in genere un incrocio tra pesce (cetaceo) e serpente. Tra l'altro era sorella di Forco, che nonostante fosse orribile e fosse sua sorella se la sposò, tutti i gusti sono gusti. Ceto dette a Forco diversi figli tra cui: Echidna, Scilla, le Graie, le Gorgoni e il drago Ladone che custodiva il giardino delle Esperidi.

Insomma questa Medusa era molto sfortunata, figlia di un re sfortunato e di una madre che era meglio non dichiarare, mai possibile?
Viene da pensare che Ceto, antica Dea del mare spodestata e moglie di un Dio marino spodestato da Atlante, fossero antichi Dei cacciati dai popoli iperborei portatori di Poseidone, quello stesso Dio che si dovette confrontare con Athena per la supremazia del Partenone e di Atene stessa.

Sembra che Poseidone nascondesse le Gorgoni in un’isola dell’estremo occidente, nel bel mezzo dell’oceano, abbastanza lontana dalle rotte abituali delle navi, anzi non lontano dal regno dei morti. Insomma le avevano isolate perchè non facessero concorrenza coi loro santuari.

Ora Medusa era una delle tre Gorgoni, le altre due erano Euriale e Steno, e  lei era l’unica alla quale il fato non avesse concesso l’immortalità, ma nessuno ci spiega come mai.

Inoltre Atena punì Medusa trasformandola un mostro, ma anche le altre due sorelle avevano lo stesso aspetto, ma questo non ce lo spiegano. Tra l'altro sembra che anche le altre due pietrificassero.

Narra Ovidio nelle Metamorfosi dello scandalizzamento di Athena, la Dea sempre vergine (IV, 799-801): "La figlia di Giove si voltò e si coprì con l'egida il casto volto, ma, perchè quell'oltraggio non restasse impunito, mutò in luride serpi i capelli della gorgone". E certo che se la prendeva con la donna, lei, in Euripide lo dichiara apertamente. "è tutta del Padre" e delle donne non se ne cura. Però non solo non se ne cura ma le odia esattamente come fanno gli uomini: - Ti sei fatta violentare e mi hai insudiciato la moquette? Adesso paghi".

Si dice che le sorelle rappresentassero delle perversioni: Steno la perversione morale, Euriale, la perversione sessuale e Medusa la perversione intellettuale. Non si capisce però quali fossero queste perversioni, i miti non ne parlano, ma qualcosa di brutto dovevano attribuirgliene.

La storia non sta in piedi e naturalmente trattavasi della Triplice Dea, con la Madre datrice di vita, la Madre nutriente e la Madre-Morte. Insomma i tre aspetti della natura che tanto potentemente abbiamo negato da inventarci miti sacrificali e logori con la speranza di scavicchiarcela mercanteggiando con Dio.

Dicono che nelle rappresentazioni più antiche Medusa era orrenda, esattamente come le sue sorelle, mentre in versioni più recenti fosse rappresentata come  (Pindaro, Ovidio)  una donna bellissima che riusciva ad affascinare gli uomini che non riuscendo a trattenersi si voltavano e la guardavano, trasformandosi in pietra.

Si voltavano dopo averla vista? Forse le guardavano il retro e lei s'infuriava, oppure non si voltavano ma le guardavano il fondo schiena, così lei che si sentiva lo sguardo addosso si voltava e zac, li pietrificava. Insomma non è chiaro.

Ora noi sappiamo che la Triplice Dea aveva in genere il corredo di serpenti, che teneva in mano, o l'avvolgevano come un manto, o come una spirale, o tiravano il suo cocchio, oppure facevano parte della sua persona, raffigurata come donna con coda di serpente, o corpo di donna con testa di serpente, o appunto con serpenti nei capelli o al posto dei capelli, comunque tutte qualifiche di Grande Madre.

Inoltre, come Ishtar avevano sovente artigli di bronzo e ali d'oro, e Ishtar si sa che fece parte delle neglette del Signore, prima Dea, poi donna, poi demone.

Sembra che Medusa non fosse giudicata così male dai romani, visto che era uno dei loro simboli preferiti. Sembra che la usassero per incutere paura, ma comunque non portava sfortuna, anzi sembra fosse apotropaica. Medusa a Roma era di casa, e l'appiccicavano ovunque.



PERSEO

Chi la fece fuori fu Perseo, per obbedire a un re che voleva la sua testa altrimenti si sposava sua madre. Non sembra questa gran sventura anche perchè Perseo avrebbe ereditato un trono e secondariamente perchè era grandicello per restare appiccicato a sua madre. Comunque l'impresa non era facile e non sarebbe riuscito a superarla se Atena ed Ermes non fossero corsi in suo aiuto.

Cioè Athena non solo aveva trasformato Medusa in un mostro ma addirittura la voleva morta. Il perchè di tanto odio non si sa, ma il fatto è che donò a Perseo uno scudo lucente e ben levigato, attraverso il quale guardare riflessa la Gorgona ed evitare così di essere pietrificato dallo sguardo. Vien da dire: c'era bisogno di Athena per questo? Non era sufficiente un armaiolo? Mercurio invece gli donò una spada con cui decapitarla in quanto le sue squame erano più dure del ferro. E questo si può capire. Ma quel che non si capisce è perchè anche Mercurio ce l'avesse con lei.

Però non era abbastanza, così gli suggerirono di farsi donare dalle Ninfe i calzari alati per volare veloce nel regno di Medusa, e pure l’elmo di Ade che rendeva invisibile chi lo portasse, e pure una sacca magica nella quale riporre la testa di Medusa, una volta tagliata in quanto i suoi poteri non sarebbero finiti con la morte ma i suoi occhi sarebbero stati ancora in grado di pietrificare.

Gli mancava solo che gli donassero la testa già tagliata, bello sforzo, così lo sapeva fare chiunque.

Invece le difficoltà c'erano perchè la dimora delle Ninfe era un mistero che nè Ermes nè Atena conoscevano per cui suggerirono a Perseo di recarsi presso le tre Graie per estorcergli l'informazione con un espediente.

Le Graie erano sorelle delle Gorgoni e non avevano mai conosciuto la giovinezza in quanto nate vecchie. Avevano il corpo di cigno e possedevano insieme un solo dente ed un unico occhio che si scambiavano vicendevolmente per mangiare e vedere. 

Direi che la faccenda sia diventata un po' sporchetta, perchè anche le Graie (da cui vengono le tre Grazie) erano una triplice Dea, anche questa un giorno bellissima poi diventata tre vecchie mostruose.

Perseo, arrivato nella loro dimora, si nascose e attese che una di loro si togliesse l’occhio dalla fronte per passarlo ad una sorella e glielo rubò, rifiutandosi di restituirlo se prima non gli avessero indicato la via per arrivare al regno delle Ninfe. Ma non poteva chiederglielo come fa un turista? Ma va.

Le tre sorelle, terrorizzate dall’idea di restare cieche obbedirono, era così facile fregare tre Dee? Sembra di si, e così Perseo poté raggiungere le Ninfe che gli donarono la bisaccia, i calzari alati, l’elmo di Ade e pure i panini per la merenda. Non ci hanno spiegato perchè le Ninfe lo colmassero di tanti doni, di solito le ninfe non adescano gli uomini ma li fuggono, perchè di solito se le stuprano. Forse Perseo era gay e stavano tranquille? Sembra di no.

Nei miti non c'è solo il declassamento delle Dee ma anche uno senso di disprezzo e di odio per averle imbruttite e caricate di ridicolo. Sono nate con corpo di cigno, si direbbero Arpie o Sirene, appunto le Dee più antiche, però nate vecchie, quindi con un viso umano rugoso, in più sono orbe e sdentate e rasentano l'horror passandosi un occhio e un solo dente con cui non si sa cosa ci facciano.



LA TRIPLICE

- Dea Greca di Tempe, 
Dafene, o Dafne, 
noi t’onorammo come Melisse, 
le sacerdotesse, api 
della regina madre, 
e danzavamo imitando 
il fremito d’ali. 
Masticavamo foglie d’alloro, 
perché tu eri Dea dell’alloro, 
della profezia, 
e ce ne cingevamo la fronte, 
e nude, coperte da fronde, 
ballammo nella boscaglia. 
Gli uomini venivano al tempio e donavano argento per ascoltarci, 
e la città non si muoveva 
senza i nostri responsi. - 

- Poi vennero i soldati di Apollo, 

coi suoi sacerdoti, 
il tempio fu abbattuto, 
la Dea dell'alloro 
trasformata in albero, 
e le sacerdotesse che non consentivano il nuovo culto 
vennero stuprate 
e appese agli alberi. 
Le più deboli divennero 
serve dei nuovi sacerdoti, 
ma per quanto masticassero 
alloro non vaticinavano più, 
deliravano.

- Così i sacerdoti d’Apollo le cacciarono, ma poiché il popolo non si fidava di vaticinanti maschi presero una contadina mai sposata e la spinsero nella spelonca, ignara di tutto, costretta a eterna solitudine che le smarriva il cervello.

- La bellezza del creato non arrivò più agli umani, le sacerdotesse incupirono e scomparvero, le donne non amarono più gli uomini.



Pertanto se storicamente Medusa è uno degli aspetti della Dea triforme, ormai noti in colei che dà la vita, che nutre, e che dà la morte, il suo ruolo onnipotente e terrifico fu eliminato dal potere maschile che la coprì con paradisi vari.

Così Medusa perde potere diventando mortale e non più Dea, cioè diventando uno di quelle tante divinità femminili trasformate in mostri sia terrestri che marini, come l'Idra, o Lamia, o Scilla e Cariddi.... oppure come la Madonna, tutta casa e chiesa, e pure Mater Dei, ma solo donna e umile ancella.

Depotenziata del suo potere autonomo e naturale, viene assunta da Athena per spaventare e colpire i nemici, quindi rivolta a difesa e non come legge naturale della morte umana. 
Così gli uomini, sacrificando e facendo riti nonchè preghiere ad Athena, esorcizzano Medusa, cioè la Morte.



FINE DEGLI ORACOLI

Narra Plutarco che i sacerdoti spruzzassero d’acqua la Pitia per svegliarla dal suo torpore. Sull’ultima, seduta istupidita sul tripode, ne gettarono a secchi. La poveretta emise un urlo terribile e si precipitò fuori del tempio cadendo a terra morta. Plutarco e i suoi amici si chiedono, negli interminabili dialoghi delfici, come mai le Pitie non vaticinano più.

C’è da chiederlo? Meraviglia che un femminile avvilito, umiliato, usurpato, esca fuori di senno? Forse prendiamo a secchiate i preti che non dicono bene messa? Eppure i preti ripetono a pappagallo i testi sacri, il maschile questo sa fare. Dal giorno dell’esilio femminile, Apollo e tutti gli uomini di potere cinsero la fronte con l’alloro usurpato alla Madre Terra, che ora sa di violenza e di sangue, e il vaticinio scomparve. Così la triplice Dea fu dipinta come orribile, trasformata, schernita, temuta ancora ma senza più templi nè sacerdotesse, senza più riti nè offerte.
Qual è il delitto della società apollinea, cosa ha ucciso? Le sacerdotesse, le Dee? Di più, ha ucciso la Sfinge del Cosmo nella mente degli uomini.

Una Dea dal volto oscuro si delinea nell'ombra, ha due fiaccole che tuttavia non le rischiarano il volto. Compagna di cani e di cavalli, ma pure di candide colombe, ha raggi di sole sul capo eppure è la Regina degli Spettri. Gli uomini la guardano con terrore, le donne con nostalgia.

Ecate Dea infernale dell'Asia Minore, e greca, e trinitaria con Artemide e Demetra, signora del regno infero, della magia e delle streghe. Ogni casa aveva la tua immagine, così come alle porte delle città, nei trivii e nei quadrivii. Dea trivia e triforme, come celeste Artemide, terrestre Demetra e ctonia Ecate. Tu Luna, tu mondo invisibile e perduto, tu Avalon dimenticato, le donne si inginocchiano al Dio maschio tradendo l'anima e la loro natura. Un oblio di chiacchiere maschili gli ha ottenebrato la mente. -



IL SIGNIFICATO DI MEDUSA

Guardando Medusa ci colpiscono le ali che ha sul capo, un attributo strano per una creatura che come simboli ha i serpenti, animali che strisciano sul suolo.
Ma anche Pegaso ha le ali, e non è un uccello ma è un cavallo, e Pegaso è nato dal sangue della Medusa, un animale che corre sulla terra ma può anche volare.

Di Medusa nessuno scrive che poteva volare, eppure aveva le ali, piccole ma le aveva, e comunque non più piccole delle ali che Mercurio portava sul petaso, il suo cappello, o più tardi sui piedi, sui malleoli. e ci volava benissimo.

Dunque Medusa aveva le ali, Mercurio aveva le ali, ma pure Ipnos, Dio del sonno, aveva le ali, e pure Vittoria, cioè Nike, aveva le ali, stavolta grandi e sulle spalle. Cosa hanno in comune Medusa, Mercurio, Ipnos e Nike? Purtroppo di Nike sappiamo poco perchè è una divinità greca antichissima, risalente a un'era matriarcale, antecedente agli Dei dell'Olimpo, una titanide sopravvissuta e accettata nel nuovo mondo degli Dei celesti.

Se è più difficile provare la causa delle ali di Nike, che pure proveremo a desumere e a dimostrare, più facile è provare ciò che accomuna i tre Dei: Mercurio, Ipnos e Medusa. Mercurio è un Dio Olimpico ma spesso scende sulla terra perchè è il messaggero degli Dei, ma ha anche un'altra mansione molto importante, è psicopompo, cioè accompagna nell'Ade le anime dei defunti.

Ipnos invece è il Dio del sonno e del sogno, quindi accompagna i vivi in una dimensione diversa da quella della veglia, li fa cadere in un nuovo stadio di coscienza: il sonno e il sogno.

Potremmo dire che ambedue hanno un contatto con dimensioni, o mondi diversi, oppure potremmo dire che stanno in quel momento in un diverso stadio di coscienza. E sarebbe vero per entrambe.
Anticamente di solito si esprimeva con le ali la capacità di entrare in dimensioni-mondi diversi.

Mercurio passava dal mondo divino e terreno al mondo infero, del resto l'antica Lasa etrusca, accompagnatrice dell'anima del defunto era anch'essa munita di ali. Ipnos, il Dio del sonno, è una divinità benefica che permette il sonno dimenticando dolori e affanni. 

Ma è proprio così? Nel sonno ci sono i sogni, talvolta belli talvolta incubi, ma soprattutto i sogni ci trasportano in mondi diversi, o almeno in dimensioni diverse, vedi i sogni lucidi, o i ricordi del passato, o figure di saggezza che compaiono da una dimensione diversa o figure malefiche ecc. Ipnos aveva il potere di trasportare l'essere umano nel sonno e nei sogni, e già questa era una capacità di trasportare e trasportarsi in dimensioni diverse.

In quanto alla greca Nike, in qualità di titanide e Dea primordiale, era l'Anima Mundi. l'Anima del mondo, ovvero l'intelligenza del mondo, l'equivalente della nostra anima ma estesa alla Terra, l'anima complessiva di tutti gli esseri terrestri, fossero umani, animali, piante o pietre o acque, perchè tutto sulla terra ha un'anima. In qualità di anima poteva spostarsi sui vari piani, dal divino al terrestre e all'infero.


A questo punto è facile comprendere che Medusa era L'Anima Mundi primordiale, sia Madre Terra, sia in contatto con le diverse dimensioni dell'essere, dalla vita alla morte e dalla morte alla rinascita. Dunque Dea del visibile o invisibile mondo. 

Più tarsi l'alchimia riprenderà lo stesso tema con simboli occulti, per timore che la chiesa grisasse all'eresia e accendesse i roghi. 

Così anzichè la donna alata e serpentina raffigurò la Medusa con due draghi uniti che circondano la terra, di cui uno alato. Quello fisso a terra era il serpente, e quello alato la capacità di vagare tra i mondi. 

Il serpente, ormai assunto a simbolo del male proprio perchè simbolo della Grande Madre Terra, venne sostituito nell'immagine col drago, anche lui squamoso e rettile ma non proprio serpente. 
Bisognava essere cauti perchè occorreva poco perchè la chiesa gridasse alla stregoneria e accendesse i roghi.


Robert Graves ne "I miti greci" - 1958 - afferma che il mito di Perseo e della Medusa conservi il ricordo delle lotte tra uomini e donne durante il passaggio dalla società matriarcale alla società patriarcale. La maschera della Gorgone, infatti, aveva la funzione di allontanare gli uomini dalle cerimonie sacre e dai misteri riservati alle donne, quelli che celebravano la triplice Dea Luna. 

Graves ricorda che gli orfici chiamavano la luna piena "testa di Gorgone". La maschera era anche indossata dalle ragazze vergini per allontanare la concupiscenza degli uomini. 

L’episodio della vittoria di Perseo su Medusa evocherebbe la fine dell’egemonia delle donne e la presa di possesso dei templi da parte degli uomini, divenuti padroni del divino che era loro nascosto dalla testa di Medusa.

Ma di più, La Dea Medusa era un aspetto della Triplice Dea, che nell'iconografia aveva i serpi per capelli e due ali sul capo, il che rimanda al simbolo sacro della Madre Terra, il serpente e alla Dea Celeste, le ali.

Dea Celeste era il titolo di Anahita e di molte Dee orientali passato a Roma alla Dea Giunone. Le ali invece passano a Mercurio che porta le piccole ali sui calzari o sul cappello (il petaso). Di nuovo ci troviamo di fronte alla duplice dea nell'aspetto visibile di Madre Natura (serpente) e invisibile (alata). I due aspetti che gli antichi chiamavano Natura Naturata e Natura Naturans, dove creatore e creatura fanno parte della stessa essenza.

Col Dio maschio unico il creatore e la creatura si scinderanno, provocando una scissione interiore nell'essere umano, fonte di tutte le nevrosi e di tutta l'infelicità umana. Per non accettare la morte l'uomo si scinde tra mente e anima cancellando (rimuovendo direbbe Freud) istinto e sentimento.

Sigmund Freud nel 1922, nel trattato "La testa di Medusa" la presenta come il feticcio pauroso della castrazione, associata per il bambino alla scoperta del seno materno e del suo diniego: i serpenti sono altrettanti falli moltiplicati, la pietrificazione significa l’erezione consolatrice. Ora si sa che Freud, scopritore e autore geniale dell'inconscio, sul sesso prese degli abbagli.
Che la madre si neghi è anche possibile, ma che questo provochi la castrazione è del tutto opinabile, i figli respinti di solito sono molto aggressivi altro che castrati.

Altro invece è dire che il maschio fa fatica a coniugare la propria superiorità maschile (che sa non vera) col bisogno della moglie-madre, per cui diventa aggressivo con tutte le donne, dallo stupro all'omicidio, perchè sa che con i suoi complessi di superiorità non potrà mai essere amato.




IL PEGASO

Ora il mito prosegue e narra che oltre la testa Perseo aveva anche raccolto il sangue di Medusa, che, guarda caso, aveva proprietà terapeutiche. Così Perseo lo donò ad Athena che però lo donò ad Asclepio, il Dio della medicina. 

Che significa? Che era passato il tempo in cui Athena era Dea della medicina, come del resto lo era la sua equivalente Minerva, tanto è vero che era detta "Minerva Medica". 

Ovviamente chi operava le guarigioni erano le loro sacerdotesse a cui però il patriarcato tolse l'incarico. 
Così la medicina fu tolta dalle mani delle donne e passò nelle mani degli uomini. Le conseguenze? 

Terribili, tanto è vero che il grande medico Galeno per dimostrare le sue scoperte scientifiche presentava al pubblico un maialino e cominciava a tagliarlo vivo con un coltello affilato che gli infilava sul collo e sulla gola, dimostrando che quando gli tagliava la laringe l'animale cessava di strillare.
Aveva ragione Sigismondo Freud quando asseriva che il chirurgo era un sadico sublimato.

Ma dal sangue nasce pure il cavallo Pegaso, che è magico perchè ha le ali, e sulle ali torna il discorso di poter viaggiare tra i mondi. O almeno per chi riesce a domarlo, perchè non ha un caratterino facile.



LA GORGONE

E la Gorgone? E' sempre Medusa ed è sempre Athena, cambia solo la visuale di chi guarda. La Gorgone ricorda molto la Dea Kalì, l'Oscura, la Dea terrifica che diventa benevola per chi sa vederla. Lei è l'eterna Dea del divenire, la natura che si ricambia ogni anno, che fa morire la vita e la fa rinascere in primavera.

Agli uomini fa paura, perchè oltre agli aspetti benevoli di colei che dà la vita e che nutre, ha l'aspetto di colei che la vita se la riprende. Pertanto è anche la morte, definitiva per chi sta nella mente, momento di passaggio per chi ha raggiunto l'istinto sacro, quello primitivo di ogni essere.

Poi ci sono i credenti, gli indottrinati mentali che contano su un paradiso ultraterreno dove verranno ricompensati di tutte le sofferenze in parte subite e in parte autoinflitte per compiacere il Dio unico.
Però ci credono con la mente ma non col cuore.

Prova ne sia che se muore loro anzitempo una persona cara perdono la fede, perchè nonostante intorno le morti premature fioccano come la neve, pensavano che a loro il Dio avrebbe fatto un trattamento speciale, proprio grazie a tutto ciò che gli avevano sacrificato.

Ed eccola qui a lato la signora, alata come di dovere in quanto Signora dei Mondi, che non sono inferno, purgatorio e paradiso. Non disse del resto Einstein che l'universo era formato da dimensioni parallele?

Lo disse ma stranamente nessuno commentò, tutti rimasero stranamente silenti, in parte perchè qualcuno non ci credeva ma non poteva contraddire una così alta autorità della scienza, in parte perchè ci credeva ma non poteva contraddire l'alta autorità della Chiesa, e in gran parte, quasi la totalità, perchè non ci capirono un'acca.



Antiche sacerdotesse: 

Nei giorni di luna nera vestimmo a lutto
e piangemmo la solitudine e il dolore degli uomini,
lune nere di sofferenza, falci di morte,
orfane della luce, antiche Parche.

Poi l'astro risorgeva come un taglio di luce
su una coltre scura e cresceva come un ventre gravido.

Alla luna piena indossammo vesti di lino candido
avvolgendo cinture di lana rossa,
e ci scatenammo in danze e accoppiamenti.

Fummo prostitute eppure vergini,
figlie, amanti e madri, sacerdotesse e menadi.
Fummo agli uomini una porta per l’infinito. 


Antica Medusa:

Venite a me creature della paura e della sofferenza
voi siete me ed io sono voi, questo è il mistero velato.
Io sono i mondi infiniti e non una creatura dimentico.
Venite a me e lenirò la vostra paura e curerò le vostre ferite,
venite a me intrepidi della morte, perchè farò di voi
"i viaggiatori tra i mondi"



7 commenti:

janu on 1 dicembre 2017 alle ore 18:20 ha detto...

Ciao Giulia!
Quindi la pietrificazione è una metafora del sonno e della morte?
)O(

Giulia on 16 luglio 2018 alle ore 11:27 ha detto...

Era la paura dell'introspezione che paralizza il maschio.

Marika Vecchiattini on 21 marzo 2019 alle ore 15:08 ha detto...

Giulia, grazie per il tuo lavoro di divulgazione... i tuoi scritti mi permettono di congiungere i puntini tra tante cose che so -che sappiamo tutti, credo- permettendomi di vedere l'Immagine che si crea, e di comprendere cosa significa. E questo è il primo passo. Grazie di cuore!

Unknown on 22 giugno 2019 alle ore 09:23 ha detto...

Grazie ! Soprattutto per questi preziosi versi.

alby on 3 novembre 2019 alle ore 10:56 ha detto...

Ciao! Bellissimo articolo sul serio, riusciresti a consigliarmi alcuni testi che spiegano questo passaggio da matriarcato a patriarcato? Mi interesserebbe approfondire! Camporesialberto@gmail.com

Giulia on 30 novembre 2019 alle ore 17:22 ha detto...

Per cominciare J. Bachofen Il Matriarcato, e poi La Grande Madre di E. Neumann, ma soprattutto l'archeologa Marijia Gimbutas sul matriarcato. Ciao.

Nitamo Montecucco ha detto...

Cara Giulia, sito interessantissimo! sono un medico, esperto di psicosomatica e neuroscienze. Faccio ricerche di archeologia da sempre e sulle statuette femminili da oltre 20 anni. Ho scoperto un sito in India con statuette molto interessanti. Seguo anche la diatriba tra i sostenitori della Grande Dea e i suoi detrattori che negano tutto. Io ho un'opinione intermedia: ho girato il mondo e ho visto e partecipato a numerose cerimonie spirituali di gratitudine e venerazione verso la Vita o la Natura, o la Madre Terra, non tanto come "Grande Dea" ma come grande forza, grande anima. Così si spiega la mancanza di grandi templi, eretti invece dopo le invasioni protoindoariana in relazione a Diéus. Se mi dai la tua email ti mando un articolo che sto finendo sul passaggio tra il "paradigma unitario" neolitico "femminile" e "paradigma dicotomico" maschile piramidale, letto anche in chiave delle neuroscienze e PNEI.
Non ho trovato nessuna fonte del quadro della LA PIZIA SACERDOTESSA DELLA DEA TERRA, sai da dove proviene? Se ti interessa potrei anche mandarti immagini delle mie statuette femminili e maschili.
Grazie, NItamo

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