lunedì 3 giugno 2013

LE STREGHE - IV





DIANA IL DEMONIO


Anno 314 -
Immediatamente dopo la sua piena legalizzazione, la chiesa cristiana attaccò i pagani: il concilio di Ancirra denunciò il culto della Dea Artemide, come culto stregonico e adoratore del demonio.

Anno 1252 -
Con la bolla Ad Estirpanda Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura e Giovanni XXII estese i poteri dell'Inquisizione nella lotta contro la stregoneria.

Anno 1416 -
300 donne accusate di stregoneria furono arse nel comasco per ordine dell'Inquisizione cattolica.

Anno 1485 -
41 donne accusate di stregoneria furono bruciate a Bormio per ordine dell'Inquisizione.

Anno 1505 -
14 donne accusate di stregoneria furono ammazzate a Cavalese su ordine del vicario del vescovo di Trento.

Anno 1507 -
30 persone accusate di stregoneria furono bruciate a Logrono in Spagna per ordine della Santa Inquisizione.

Anno 1514 -
30 donne accusate di stregoneria vennero bruciate a Bormio per ordine dell'Inquisizione.

Anno 1518 -
80 donne accusate di stregoneria furono bruciate in Valcamonica per ordine dell'Inquisizione.

Anno 1542 -
Per combattere più efficacemente la Riforma Protestante Paolo III emanò la bolla Licet ab initio, con la quale si costituiva l'Inquisizione romana, ossia la "Congregazione della sacra, romana ed universale Inquisizione del santo Offizio". Mentre nell'800 gli Stati europei soppressero i tribunali dell'Inquisizione, questa fu mantenuta dall Vaticano assumendo nel 1908  il nome di "Sacra Congregazione del santo Offizio", finché nel 1965 assunse l'attuale nome di "Congregazione per la dottrina della Fede".
Esempio di strumenti di tortura usati dal Sant'Uffizio:
la pera:
strumento in legno o in bronzo a forma di pera, che poteva essere aperto ed espanso con un sistrema di viti e bulloni. Lungo la superficie aveva lamine di ferro e scanalature studiate per strappare e lacerare. Veniva impiegato contro le presunte streghe durante il processo di tortura ed inserito sia nella bocca, nella vagina oppure nell'ano. Successivamente veniva aperta e fatta ruotare all'interno del corpo ed infine brutalmente estratta, procurando dolore tremendo, lacerazioni gravi e spesso la morte. Questo metodo di tortura veniva impiegato nei confronti di coloro i quale erano accusati di aver avuto rapporti carnali con i demoni.
Ma ce n'erano molti altri altrettanto crudeli.


Anno 1562 -
300 persone accusate di stregoneria vennero arse a Oppenau in Germania.

Anno 1562 -
63 donne accusate di stregoneria furono bruciate a Wiesensteig in Germania su ordine dell'Inquisizione.

Anno 1562 -
54 persone accusate di stregoneria furono bruciate a Obermachtal in Germania su ordine dell'Inquisizione.

Anno 1808 -
Napoleone invase la Spagna ed un suo ufficiale polacco, il colonnello Lemanouski, lasciò una relazione nella quale si dice che i Domenicani, a Madrid, si asserragliarono nel loro monastero. Attaccato e preso il monastero, i frati negarono l'esistenza di camere di tortura, ma i soldati francesi le ritrovarono invece nei sotterranei. Le camere erano piene di prigionieri, completamente nudi ed in parte impazziti per le indicibili sofferenze patite. Persino le truppe di Napoleone, abituate alla crudeltà ed al sangue, non poterono tollerarne la vista.

Anno 1870 -
Papa Pio IX stabilì il dogma della Infallibilità Papale. Cioè stabiliì che lui non poteva sbagliare. Pertanto se definiva una persona come strega non poteva sbagliare, e se faceva straziare, torturare, mutilare una strega era nel giusto, non poteva sbagliare. Naturalmente il Papa affermò la propria infallibilità solo



DIANA DELLE STREGHE

Dunque  il concilio di Ancirra nel 314 dc. denunciò il culto della Dea Artemide, come culto stregonico e adoratore del demonio.
Come mai proprio Artemide? Artemide è il nome greco della Dea che a Roma era la Dea Diana. La ragione c'è, Diana era la Dea delle campagne e dei boschi, della caccia e degli inferi, una Dea a tutto tondo che imperava sul visibile e invisibile mondo.

DIANA CREATRICE
- Mentre Giunone era la Dea asservita al marito, gelosa ma fedele e succube,
- Diana era senza marito e libera.

- Mentre Minerva era la Dea della guerra e delle arti femminili, quindi Dea dello stato ma non delle donne, relegate a filare e cardare o cucinare,
- Diana non serviva lo stato e correva libera e a ginocchia o seno scoperto rieccheggiando una libertà perduta da millenni.

- Mentre Venere era la Dea del sesso e dell'amore, quindi libera nell'ambito sessuale ma asservita al piacere dei maschi, senza altra possibilità di esprimersi nell'ambito sociale, insomma una etera divina,
- Diana invece rifuggiva il contatto coi maschi e correva con le sue ninfe nella natura, irraggiungibile e insondabile, come il mistero della natura.

Mentre Demetra o Cerere risolvevano il loro rapporto materno e separativo dalle Dee figlie, rappresentando agli uomini il mistero della separazione e del ricongiungimento da un piano personale a un piano impersonale,
- Diana era completa di per sè, come la donna, se ritrova la sua indipendenza e istintualità, torna completa e riacquisice la Magia. Insomma torna Strega.



LA DIA

Ma Diana è anzitutto DIA, il primo termine che indica l'essere divino che alle origini era una donna visto che ovunque regnò la Grande Madre e solo successivamente il Grande Padre. Pertanto il termine Dius è la maschilizzazione del termine Dia e non il contrario. Da qui il termine dianus come aggettivo, cioè che appartiene alla Dea, e da qui il nome Diana, colei che proviene dalla Dia.

Diana è comunque una Dea italica prima ancora che romana, considerata Dea della luce e quindi dei parti, e quindi della fertilità e degli animali selvatici. Il suo nome arcaico era DIVIA, da cui il termine "divina" o "diva" poi mascolinizzato in Divios e Divus, applicato poi alla divinizzazione degli imperatori romani, da non confondere però con la parola Deus o Dea, termine più tardo destinato solo ai Numi.

Curioso è che mentre l'italianizzazione Dio è stato conservato, per il termine Dia non è accaduto altrettanto, trasformato in Dea, destinato ormai solo agli antichi culti, visto che il Dio unico per la sua misoginia non ha compagna.



IL CULTO PAGANO

Fece imbestialire il cristianesimo perchè mentre era sufficiente cambiare le leggi e demolite i templi per eliminare i culti cittadini, nelle campagne e nei pagus (villaggio) la civiltà contadina di nascosto manteneva i propri Dei.

Allora dal IV al VI secolo furono erette chiese rurali nei villaggi, dove uno o più sacerdoti risiedevano presso la chiesa. Nel VI e VII sec. i concili provinciali fanno menzione di ecclesia rusticana o parochitana e infine di parochia. 

ISIDE
Gradualmente l'amministrazione è affidata ai sacerdoti residenti, che hanno il controllo pieno del villaggio. Questi controllavano che tutti andassero in chiesa e confessassero i propri peccati e giacchè c'erano confessassero i peccati degli altri.

Nascondere i propri culti divenne più difficile, anche se apparentemente i parrocchiani andavano in chiesa, cosa assolutamente obbligatoria pena grosse sanzioni o pericolose delazioni.

Mentre per gli uomini il cambiamento era meno penoso in quanto si trattava di mutare idoli e regole, per le donne significava rinunciare al contatto magico con la Dea, significava rinunciare alla Magia.

La Magia era soprattutto un ricettario di erbe, radici, fiori e cortecce, diversamente cotte e lavorate per ottenere, infusi, decotti, cataplasmi, energizzanti, calmanti, droghe, per curare le malattie, ma anche per aiutare le maghe ad entrare in un mondo alternativo per un profondo contatto con esseri sopraumani e capaci di concedere benefici, ma pure malefici.

Non dimentichiamo che Paracelso per gettare le basi della sua medicina andò nelle campagne a chiedere alle donne, copiandone ricette, formule e glifi magici, e che pure la medicina odierna si è basata sulla conoscenza delle donne, naturalmente affrettandosi a disconoscerne il merito.

Eppure nelle campagne per secoli e secoli furono le donne a girare per i boschi raccogliendo le erbe, furono le donne a raccogliere e tramandarsi ricette segrete per curare le malattie, e furono le donne a curare le famiglie.

"Interessante è la dottrina, anch'essa originale, costruita da Paracelso intorno alla donna. Innanzitutto, egli riconosce che anche alcune figure femminili, nella sua vita, hanno contribuito a formare il suo sapere di medico. Distingue nettamente l'anatomia e lo spirito della donna rispetto a quelli dell'uomo. Per lui la donna è matrix (matrice), termine con cui non si intendono solo gli organi riproduttivi, ma la totalità di essa. Quello della donna è un piccolo mondo a parte in cui però è racchiuso il grande mistero della vita, che la mette a stretto contatto con il grande mondo della natura.." (Wikipedia)

Basta leggere un libro di Paracelso per capire che operò la magia, scrisse infatti: «Sulla Terra c'è ogni tipo di medicina ma non coloro che sanno applicarla», ma non alludeva solo alla competenza.
Ma c'era di più, lontano da occhi indiscreti le donne fecero magia, un tronco caduto o una pietra erano un altare, un ramo odoroso bruciato era un'offerta. La magia non poteva più essere fatta nelle case, dove potevano essere scorte dai mariti ecc., ormai poteva farsi solo nei boschi, dove le donne erano solite andare a raccogliere diverse cose che facevano parte del loro compito, mentre l'uomo stava nei campi.

Così le donne raccoglievano la legna caduta dagli alberi e le fascine per il caminetto, raccoglievano le ghiande per nutrire i maiali e le erbe selvatiche per la tavola, dall'erba cipollina all'asparagio selvatico, dalla bieda alla borragine, dalla cicoria al finocchio selvatico, dal tarassaco all'ortica, dal trifoglio all'erba stella ecc., nonchè i funghi, nonchè le erbe solo curative, dalla malva al plantago, dalla digitale al pungitopo ecc.

Dunque le donne facevano prima la propria raccolta poi si radunavano per fare magia, ma non tutte partecipavano perchè alcune si ponevano di guardia all'esterno, in genere sui posti alti e facevano la guardia che nessun estraneo penetrasse nella zona.

Gli uomini andavano nel bosco solo per tagliare la legna quindi solamente nel periodo stabilito, in genere nella stagione asciutta e in luna calante.



LA MAGIA FEMMINILE

Di solito si tramandava da madre in figlia, se la figlia mancava si trasferiva a una nipote, se mancavano del tutto eredi familiari si poteva trasmettere la conoscenza ad una estranea che si ritenesse adatta al segreto e alla pratica.

ASTRALE COME GORGONE GRECA
Ovviamente la madre che tramandava la magia era una Strega, quindi aveva i presupposti per fare magia, ovviamente solo un numero ristretto di donne erano maghe e tramandavano il loro sapere magico.

La Magia ha bisogno infatti e soprattutto di pratica, poichè dipende da uno stato d'animo particolare,e per raggiungerlo si ricorreva ad una pratica che costringeva anzitutto a destrutturare almeno in parte la mente per iniziare ad entrare in un mondo parallelo.

Una gran parte della pratica si effettuava dapprima con la mente, perchè tutti siamo abituati a stare sempre nella mente, solo in seguito ci si preparava su un altro piano. Eccezionalmente la magia poteva essere aperta agli uomini, ma solo a quelli che avevano conservato o erano riusciti a riconquistare un'anima femminile. Il che è piuttosto raro nei maschi.
Non tutti erano adatti ad imparare la magia, per cui le streghe tramandavano la loro sapienza solo se riscontravano questa capacità nelle fanciulle, altrimenti cercavano altrove, ma a qualcuno dovevano lasciarla.



LA SCHOLA ITALICA

Esisteva dunque un piccolo libretto dove le anziane annotavano il loro sapere e la loro tradizione, a cominciare dalla spagiria, cioè l'arte di curare con le erbe. La spagiria si ritiene inventata dallo svizzero Paracelso (1493-1541), il quale invece l'aveva copiato dalle donne di campagna. 

ASTRALE COME GORGONE ETRUSCA
C'è poi chi la ritiene nativa dell’antico Egitto, ma spesso ci si riferisce all'Egitto antico perchè suscita fantasia e mistero. Si dice pure che venne riscontrata nella Magna Grecia, intorno al 500 a.c., dando luogo alla Schola Italica, ma la Schola fu rappresentata da un gruppo di maschi che intendevano formare un gruppo eroico e privilegiato di maghetti che dovevano affermare la superiorità dei maghi sugli uomini comuni, ma soprattutto dell'uomo sulla donna.

Si trattò perloppiù di corpuscoli della Massoneria o uomini soffrenti che non riuscendo a imporsi socialmente sperarono di imporsi nel mondo occulto. Reghini la chiamava Sapienza Metafisica, perchè chiamarla Magia avrebbe fatto troppo scandalo agli chiesisti e chiesistici, e s'inventò i luoghi predisposti alla magia, una balla che si perpetua tutt'oggi
«...la sapienza metafisica è patrimonio di tutti coloro che in ogni luogo e tempo se la immedesimano. Pure, come vi sono sopra la terra regioni più fredde e più calde, più fertili e più aride, così vi sono regioni dove la pianta iniziato cresce meglio che altrove. Il linguaggio e la razza non sono le cause di questa superiorità metafisica, essa appare connaturata al luogo, al suolo, all’aria stessa. Roma, Roma caput mundi, la città eterna, si manifesta storicamente come una di queste regioni magnetiche della terra» (A. Reghini)

Il luogo non c'entra, si può far magia anche nel Congo o nell'Amazzonia, di certo non sarà la stessa che da noi, perchè ha un diverso contesto sociale, ma la dimensione sarà identica, vale a dire che si produrrà in quel mondo oscuro e pericoloso per i più, che è responsabile di molti fenomeni correlati alla vita diurna, come le visioni, i miracoli, i sogni e la follia.

Questa dimensione fu chiamata Astrale.



L'ASTRALE

Venne raffigurato di solito come una figura femminile terrifica, a volte nera, in genere con la lingua di fuori a rappresentare la sua parte selvaggia e pericolosa come divoratrice di corpi umani.

L'astrale esiste tutto intorno a noi, di solito si dice che circonda la terra, in realtà fa parte di una dimensione sottile che non percepiamo perchè la nostra mente ci difende e non ci permette di contattarla.

Se però la mente difensiva (che non è quella ragionante, sia chiaro) inizia a destrutturarsi, cominciamo a percepirla e la faccenda non è nè facile nè allegra. Pochi sono in grado di affrontarlo senza lasciarsene incantare, ingannare e divorare.

Senza incontrare l'Astrale non è possibile fare Magia, per questo la magia ha bisogno di pratica. La magia passa attraverso la mente ma deve raggiungere un altro piano. I maschi maghi hanno sempre fatto magia o senza penetrare l'astrale, o lasciandosi avvolgere dall'Astrale distruttivo, divenendone complici.

L'astrale è un passaggio pericoloso che non si può fare senza qualcuno che sia di guida, perchè facilmente distorce la realtà e può condurre fino alla follia, se non c'è qualcuno che aiuti a distinguere il vero dal falso.

Le maghe erano anzitutto sacerdotesse e si agganciavano all'Astrale costruttivo, ma l'aggancio era possibile solo dopo aver superato l'astrale distruttivo. I maghi di ogni tempi hanno preteso di fare magia senza attraversare l'astrale, tra l'altro molto più pericoloso per un uomo che per una donna, perchè le difese mentali di un uomo sono infinitamente più forti delle difese di una donna.

ASTRALE MAYA
Infatti un uomo difficilmente destruttura la propria mente per paura di scoprire che la sua presunta superiorità sulla donna è una pura invenzione, e poi perchè ha paura di incontrare la realtà della morte.

Questo in linea generale, perchè poi esistono, in minoranza, donne che non sono in grado di destrutturare la mente e uomini, sempre in minoranza, che sono in grado di farlo.



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